Pezzi di Pizzo

Il bipartitismo

La vera sensazione che esce da queste elezioni regionali è che i due partiti principali si stanno mangiando gli alleati. In Umbria ed Emilia Romagna vince il centrosinistra e la Meloni per spegnere polemiche e trionfi di giornata chiama con grande fair play e furbizia i vincitori. Ma al di là delle due vittorie dopo la cocente sconfitta in Liguria il test elettorale, che coinvolgeva il 7% degli italiani, ci segnala che gli elettori tendono sempre più a semplificare, i più penalizzati sono Lega e 5stelle, i più avvantaggiati FdI e PD, a questo turno ovviamente quest’ultimo molto più radicato di classe dirigente in questi territori, due delle regioni a maggior qualità di vita in Italia.

Questo conferma che dove c’è benessere e buoni servizi il PD si conferma per capacità gestionale, dove c’è malessere e servizi scadenti vincono proteste e promesse ed in questo la destra è più brava. La tendenza al bipartitismo è più preoccupante per il centrosinistra, sempre in cerca di un equilibrio tra leadership sul filo, meno a destra dove il concetto del Capo è accettato dai tempi di Berlusconi. Certo Berlusconi era un Capo potente, per ricchezza, astuzia e solide relazioni in un mondo meno magmatico.

La Meloni non ha le stesse armi ma anche gli alleati sono meno abili, almeno finora. Per quanto di riflesso sul senso politico delle nazionali il centrodestra è ancora saldo, non cede e non arretra se non in qualche luogo o in qualche settore. Il PD invece, oltre a non avere una leader riconosciuta e riconoscibile, è lo spazio di azione è poco praticabile. Finché il PD non trova uno spazio centrale da allegare non recupera sul vasto mondo dell’astensione vista anche in queste regionali. I veri problemi sono internazionali, e le polemiche del buco dell’ombelico italico sono risibili, il mondo sta cambiando come uno tsunami, ma noi discutiamo del birillo al centro del biliardo di Foligno. Forse perché sul resto non contiamo molto.

Così è se vi pare