Un sondaggio della Winpoll, sempre sondaggi sono ed i Siciliani non sono così facili da sondare, ha illustrato alcune probabilità politiche dell’isola. Illustriamo le principali.
La prima è sorprendente. Il centrosinistra allargato, il cosiddetto campo largo, batterebbe il centrodestra a Palermo. Nonostante Orlando, il suo declino, ed il disastrato degrado lasciato in città. Ovviamente nulla si sa, e non è cosa da poco, degli sfidanti in campo, e non si sa nemmeno se il campo sia largo e di quanto. Ma già la cosa in se è sorprendente. I palermitani non si “agghiuttono” solo milza e stigghiole, ma proprio qualunque cosa. La loro capacità di analisi e ribellione allo status quo è minima. La parola adatta è rassegnazione.
La seconda probabilità, ma questa è meno sorprendente, è il balzo prodigioso della componente Destra nell’isola. La somma di FdI e Diventerà Bellissima è al 26%. A cui potrebbero aggiungersi altre frange, come gli ex grillini di Attiva Sicilia e i no-VAX alla Donato e Paragone. Il siciliano ama essere dalla parte del vincente, agogna il carro del vincitore che lo fa salire, non per migliorare le sue condizioni di vita e di benessere, ma per dire “io l’avevo detto che vinceva lui” al bar o in ufficio, Lei in questo caso.
La Giorgia nazionale nell’isola è guardata come una Giovanna D’arco, i Siciliani sono ipersensibili ad alcune parole d’ordine. Le lezioni di Vitaliano Brancati, che ne descriveva le assurdità e ne mettevano a fuoco le contraddizioni, non sono evidentemente bastate.
Ora il problema è nel vasto e variegato corpaccione moderato di cui l’isola è culla. La sua classe dirigente, i suoi dioscuri pensanti sono ad un bivio. Se rimanere in uno schema da ”tinto conosciuto”, il centrodestra classico, succubi ad una destra che esalterebbe ancora di più il dirigismo di Musumeci e sodali, o interrompere questa deriva che li vedrebbe a poco a poco svuotati. Perché un consigliere comunale o di circoscrizione, o un sindaco dovrebbe rivolgersi ai partiti moderati quando il potere, le sue promesse e le sue seduzioni, saranno in mano ai destrorsi?
Un pugno di collegi residuali valgono il prezzo di una sottomissione che potrebbe durare anni? Per molti anziani dirigenti dei moderati, che guardano ad una logica da ultimo giro di giostra, forse si. Ma probabilmente non per tutti.
Per coloro che non vedono di buon occhio questo scenario è suonata la campana dell’ultimo giro, come nel mezzofondo. La disfida di Palermo, a cui seguiranno in breve tempo le elezioni regionali, diventa l’ultima occasione per rompere uno schema che vede i moderati perdenti, e tentare un’altra via, con tutti i rischi ed i costi da affrontare.
Si chiama politica. Per chi lo avesse dimenticato.
Così è se vi pare.
Giovanni Pizzo