Mi si chiederà perché messicano. L’ex azzimato Conte, uscendo dal suo stile con pochette, monta il suo banchetto in piazza Colonna per vendere agli addetti ai lavori un nuovo soggetto politico.
Il Partito dello Sviluppo Sostenibile. Un ossimoro come il messicano Partito Rivoluzionario Istituzionale. Per sua fortuna il grande Emanuele Macaluso non potrà vedere questo ircocervo deideologizzato che dovrebbe rappresentare qualcosa di sinistra. Una sinistra che, a parte il banchetto da piazzista, alla venghino signori venghino, si rivolge per sopravvivere al nuovo Suslov del popolo progressista Rocco Casalino.
Ma cosa è il partito dello Sviluppo Sostenibile? A quale famiglia Europea appartiene? Quali basi valoriali e su quale substrato culturale poggia?
Di fatto dovrebbe essere un miscuglio tra il vaffa e il Green semi ambientale, tra la ditta della piadina e un europeismo senza famiglia. Conte in piazza mi sembra il personaggio di Guzzanti che proponeva Quelo.
Una evoluzione gassosa del veltronismo in cui eravamo questo ma anche quello.
Ricordo che fino a qualche giorno fa il PD ha proposto una legge elettorale proporzionale pura, che significa un ritorno alle identità, in cui l’elettore si identifica su idee e posizioni nette e non camaleontiche. Ed in cui ognuno per sé e ci si vede dopo in parlamento, senza coalizioni preventive e soprattutto senza capocoalizioni.
Mi sembra che il quadro politico sia andato in totale confusione e che la cura Draghi, costringendoci a riforme ineludibili, sposterà speriamo l’ordine dei problemi. Gli italiani hanno bisogno di ristori giusti, di una riforma del lavoro, di una giustizia equa e di un ritorno alla competitività che solo puntando su donne e nuove generazioni potrà essere riconquistata.
Gatto Silvestro