Trattasi
di animale camaleontico che si mimetizza tra le case della città di Palermo. Può
sorprendere sia i giallorossi che gli azzurroverdi. Non ha un colore definito o
un recinto di riferimento. Può prendere simpatie a sinistra come a destra. Fondamentalmente
ha le sembianze di Davide Faraone il noto senatore di Renzi, ma ha il corpo di Totò
Cuffaro, ancor più noto ex governatore della Sicilia.
Di fatto questo animale politico razzola nel grande campo del centro e può, se ben nutrito, crescere a dismisura. Tanti sono i cittadini confusi ed altrettanti gli ancora più confusi dirigenti politici. Sicuramente è un animale pericoloso per il centrodestra che pensava di vincere facile, ma con un’ipotesi del genere rischierà di spaccare il proprio fronte.
È un animale anfibio e potrebbe pescare tanto anche fra gli orfani di Orlando, certi di una sconfitta se associati a 5stelle e a quel campione di Giusto Catania, che già con quel nome non sa di Palermo.
A Miccichè gli viene la brucellosi solo a pensarci, ma d’altra parte non avendo pagato da Pinchiorri un conto lo deve pur saldare.
E poi il Cuffaraone è onnivoro e potrebbe mangiare voti suoi o della lega neodemocristiana di Sammartino e soci.
Tra l’altro non avendo precisi punti di riferimento il Cuffaraone non è un bersaglio agevole, né per giornalisti in cerca di risposte facili né per ex soci di merende.
Le elezioni sono ancora lontane ma il nostro animale già spaventa tanti.
La Sicilia è terra di laboratori, di premi Nobel e di inventori. Certamente il quadro si ravviva e la partita palermitana si accende.
Così è se vi pare.
Gatto Silvestro