Editoriale Grimaldi

Il decisore

Il giorno in cui – per decreto legge – ciascuno si è segregato in casa rimarrà nella mente dei sopravissuti allo sciame di un nostro antenato nello sviluppo ontologico – al secolo covid, a targa 19 – come quello che rimane ad un fumatore che un giorno per libera scelta -rara – o per indicazione medica- spesso – smette di intossicarsi, soffrendone, ma avendo benefici che gli allungano la vita.

Impresso, più che la data di nascita, per non parlare di quella di matrimonio che pone problemi perché a non ricordarlo, turbolenze familiari.

E quell’altro, quando verrà, della liberazione dall’esilio coatto – ma noi vecchi, ammesso che ce la facciamo, ultimi (della serie ,campa cavallo!) – che offuscherà l’omonimo che si tiene in piedi a fatica e solo perché a non celebrarlo si passa tutti per fascisti, cosa che non capiscono i ragazzi e lascia perplessi i meno tali. E non da escludere che “una voce dicente” gli Italiani chiedano al “decisore”(al secolo Presidente del Consiglio dichiarare quella data festa nazionale unica assorbendo tutte le feste laiche che sono tante che si fa fatica a ricordarle, denominata: “giornata di fine dittatura corona”.

Perché di tale si sta trattando. Subita e combattuta ad armi impari come tutte le guerre italiche nella quali si é brillato per la impreparazione e che abbiamo a volte vinto grazie all’aiuto primo del Padreterno e poi di chi nel tempo ci ha dato mani e piedi per non finire,si fa per dire,tutti sotto terra. Ora è la volta di Cinesi. Russi, Albanesi – altri di certo seguiranno-; nel tempo Americani, Inglesi e prima ancora Francesi senza dei quali avremmo inesorabilmente perduto.

Mandammo in Russia i poveri soldati equipaggiati al massimo per scalare le Alpi, in Africa vestiti per parate da passo romano, in Grecia come turisti ed ora, aggrediti, sbagliando dapprima mosse idonee e poi la carenza dei mezzi per proteggere chi doveva arginare il nemico: medici,infermieri bravi certo, ma non attrezzati per non infettarsi.

Ma come sempre nelle tragedie dalle greche a salire, aspetti positivi: niente più smog, strade disinfettate e pulite,caduta a picco di criminalità, stop a tutte le scimunitaggini nostrane, scoperta per molti di giornali, libri e musica, femminicidi quasi a zero, talk show finalmente senza applausi, risparmio di benzina prima consumata a go-go, amministratori tornati ad esser tali, parlamento senza blablologia ma forzato ad esser serio e compunto.

Ma allora tutto bene? NO. L’alieno circola, uccide e ferisce e non poco ancora.

Rabbia e insofferenza in curva montante, economia imprevedibile al punto che i miliardi si stanziano (ma bisogna vederli, prima) come se fossero monete da un Euro. Che è sempre la nostra moneta ma che ormai è l’unica cosa che ricordi l’Europa Unita.

E “Giuseppi”, da novello linguista rilancia il lemma (raro) “Decisore” dall’inglese “decision maker”: chi prende le decisioni. Ma questi non è lui: anche se tale vuole apparire.
Buona settimana di Passio, che precede la Pasqua.
Che possa essere tale.