Trapani

Porto di Trapani, cantieristica navale o diporto?

Al porto di Trapani i dati sono chiari, ma la situazione è complicata. C’è un’area demaniale statale che ha contribuito a scrivere la storia della cantieristica navale della città. Da anni, dopo il fallimento della società che la gestiva, è terra di nessuno. E’ stata vandalizzata ad abbandonata a se stessa. La sua concessione è stata messa sul “mercato” e dopo un bando dalla storia infinita – tale rimane anche ora – il Ministero ha deciso di assegnarla alla “Marinedi Group”, che di mestiere realizza Marine in giro per il mondo. Nel suo sito si può leggere, nella pagina dedicata al porto di Trapani, “presto tutte le info sulla base nautica”.

A poca distanza dall’area dell’ex Cantiere Navale Trapanese c’è un bacino di carenaggio, di proprietà della Regione. E’ stato ristrutturato ma non è mai stato operativo. Nel frattempo, i soliti vandali hanno fatto la loro parte e c’è da ridefinire il sistema elettrico. Area ex Cnt e bacino galleggiante non sono mai stati messi in rete dopo la crisi. E’ però evidente che il bacino senza alcun collegamento con l’area in questione sarebbe fortemente penalizzato nella sua attività. Così come l’area, se dovesse superare la soglia dell’attività cantieristica per fare altro, avrebbe più di un problema ad essere efficiente. La “Marinedi” potrà contare sull’anticipata occupazione – concordata con l’Autorità Portuale di Sistema della Sicilia Occidentale – perché ha presentato la fideiussione, pagato il canone e presentato il suo cronoprogramma. L’ha fatto con qualche ritardo, ma l’ha fatto. C’è però in discussione un ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa di una delle altre concorrenti alla concessione dell’area. Ci sono poi i lavoratori dell’ex CNT che chiedono di fare presto. Invitano l’Autorità Portuale ad essere meno “fredda” nei confronti della “Marinedi” accelerando i tempi di affidamento dell’area che gli consentirebbe di tornare lavorare, dopo l’apertura della società nei loro confronti. C’è pure l’assessore regionale alle Attività Produttive Mimmo Turano che ha sempre puntato su una connessione tra bacino ed ex CNT “per tutelare la tradizione e l’economia della cantieristica navale”. Il bacino dovrà essere messo a bando ma senza lo spazio vitale dell’area in gioco finirebbe per essere poco appetibile. Ma è galleggiante e di conseguenza potrebbe finire anche da qualche altra parte se la Regione decidesse di assegnarlo lo stesso. Il sindacato ha dato finora sostegno agli ex lavoratori. La sfida, tuttavia, è più ampia perché rimanda al futuro della cantieristica navale o ad suo superamento – o comunque ad una suo ridimensionamento – a favore di altre attività portuali che guardano con maggiore interesse alla nautica da diporto.