Scrivere l'energia

Il futuro delle energie rinnovabili e i beni culturali

L’epidemia frena i consumi di energia, ostacola gli investimenti, rallenta l’economia. Per tutti tranne che per le fonti rinnovabili: secondo il nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia presentato la mattina di martedì 10 a Parigi, l’energia rinnovabile batte la crisi di Covid con una crescita da primato. Un primato nel 2020, con 200mila megawatt di nuovi impianti, e sarà un primato anche nel 2021.

Ecco come: le energie rinnovabili rappresentano quasi il 90% dell’aumento della capacità di potenza totale in tutto il mondo nel 2020 e l’anno venturo raggiungeranno la crescita più rapida negli ultimi sei anni.

Alcuni settori corrono e invece altri frenano, come i biocarburanti e l’uso industriale delle bioenergie. Un aspetto fondamentale e cercare di coniugare beni culturali con le più avveniristiche innovazioni tecnologiche energetiche e farlo nel pieno rispetto del monumento e dell’ambiente circostante è la sfida.

Valorizzare i beni artistici monumentali, illuminarli di notte, evidenziare i particolari architettonici, incrementare il livello di sicurezza e farlo con una tecnologia che permette un significativo risparmio energetico: questo è lo scopo che ci prefiggiamo con la presente proposta di progetto.

La crescente consapevolezza dei problemi legati all’uso del carbon fossile ha portato, in Europa, ad un incremento notevole delle forme di energia da fonte rinnovabile facendo registrare il loro raddoppio dal 2004 al 2016, seppur con un grado di sviluppo piuttosto differenziato da paese a paese in dipendenza dei diversi fattori fisici, socioeconomici e culturali che li caratterizzano.

La loro diffusione è, tuttavia, spesso avvenuta senza una sufficiente considerazione degli aspetti paesaggistici provocando un decremento e a volte addirittura una perdita della qualità del paesaggio e la conseguente opposizione da parte delle comunità all’ulteriore realizzazione di progetti di scala locale.

La crescita di una sensibilità nei confronti dell’ambiente è, dunque, da accompagnarsi ad una crescita della sensibilità verso il paesaggio a tutti i livelli, attraverso approcci interdisciplinari e integrati capaci di informare i processi di trasformazione e garantire allo stesso tempo sostenibilità ambientale e paesaggisti.

Si tratta di approcci ancora poco diffusi nelle correnti pratiche di gestione del paesaggio di scala europea, mentre il dibattito scientifico sul tema della qualità del paesaggio in relazione alle energie rinnovabili si è notevolmente sviluppato nell’ultimo ventennio, sia a scala nazionale che internazionale.

L’energia rinnovabile può costituire l’occasione di fornire nuovi contenuti alle trasformazioni territoriali, laddove concepita come progetto di paesaggio, ovvero come progetto capace di cogliere le specificità del luogo oggetto di intervento e di contribuire alla loro leggibilità.

I paesaggi energetici con i loro elementi visibili ed invisibili, ma soprattutto con la loro capacità di generare nuove immagini culturali diventano, pertanto, nuovi tipi di paesaggio che forniscono, oltre ad energia e benefici ambientali, significati e valori che possono incrementare la vitalità di un paesaggio.

Sempre, in ogni caso, viene sottolineata la necessità di una comprensione adeguata del contesto di riferimento e della sensibilizzazione della società, in tutte le sue espressioni, al riconoscimento dei valori paesaggistici di ciascun luogo di vita.

Si tratta di obiettivi che le pratiche correnti dimostrano non essere stati pienamente raggiunti e che necessitano, pertanto, dell’attivazione di strumenti diversi che concorrano ad una tutela attiva del paesaggio, ovvero ad un governo consapevole delle trasformazioni, tra conservazione e innovazione.

Le fonti rinnovabili di energia posseggono oggi un ruolo di primo piano nel sistema energetico nazionale trovando impiego diffuso sia per la produzione di energia elettrica, sia per la produzione di calore che come biocarburanti nel settore dei trasporti.

È soprattutto nella produzione di energia elettrica che le danno il maggiore contributo.

La fonte rinnovabile che registra la crescita più significativa è quella eolica, ma anche l’installazione di fotovoltaico registra un aumento del 2% rispetto all’anno precedente.

La crescita di tali tecnologie è stata favorita, almeno fino al 2013, da numerosi e differenziati meccanismi pubblici di incentivazione diretta che ne hanno consentito una diffusione capillare soprattutto in alcune regioni italiane.

Tali politiche hanno fatto sì, ad esempio, che il fotovoltaico avesse nell’arco di sette anni, una crescita tale da raggiungere una produzione pari a oltre la metà della fonte idroelettrica rinnovabile.

Oggi, col venir meno di tali incentivi, si assiste ad uno sviluppo più equilibrato delle energie rinnovabili nei vari settori che pure, tuttavia, è destinato ad un ulteriore crescita in risposta alla nuova StrategiaEnergetica Nazionale.

Se idroelettrico e biomassa costituiscono le maggiori fonti in termini quantitativi, le tecnologie più in evoluzione sono quelle relative ad eolico e fotovoltaico.

Sono queste ultime anche quelle che hanno sollevato nel corso dell’ultimo decennio un più vivace dibattito in relazione agli impatti sul paesaggio, sia a causa della loro localizzazione in aree sensibili dal punto di vista paesaggistico, sia per la loro disseminazione sul territorio, trovando largo impiego anche in relazione a singole utenze.

L’esigenza di natura ambientale, derivante dalla sottoscrizione dell’Italia del Protocollo di Kyoto, si confronta, infatti, nel nostro paese, con quella di progettare i nuovi paesaggi energetici in un contesto caratterizzato da straordinari valori paesaggistici.

La pratica, purtroppo, evidenzia spesso una diffusione indiscriminata soprattutto di impianti eolici e fotovoltaici la cui installazione è avvenuta, in alcuni contesti territoriali, senza alcun riferimento al paesaggio e con conseguente incapacità di dar luogo a progetti di qualità

La necessità di una qualità diffusa del paesaggio espressa dalla Convenzione Europea del paesaggio e la consapevolezza della limitata efficacia delle sole norme prescrittive hanno portato, in Italia, così come all’estero, all’attivazione di strumenti di indirizzo che, attraverso il suggerimento e la linea guida, si propongono lo scopo di suscitare interrogativi e attenzione sul rapporto tra progetto e contesto, rapporto che la pratica corrente dimostra essere assai trascurato a tutte le scale della progettazione.

Nascono così, anche a seguito dell’entrata in vigore del Codice dei beni culturali e del paesaggio e dell’introduzione su scala nazionale della Relazione paesaggistica come strumento di accompagnamento alle procedure di valutazione paesaggistica delle trasformazioni, le linee guida promosse dal Ministero per i beni e le attività culturali dedicate specificamente all’inserimento nel paesaggio di impianti eolici.

Esse suggeriscono criteri metodologici per la lettura dei molteplici aspetti paesaggistici fisici, formali, storici, percettivi con cui la progettazione degli impianti deve confrontarsi e dettagliano, sulla base di confronti internazionali, criteri progettuali in relazione a differenti tipologie di contesto

Talvolta il desiderio di ottenere un certo risultato architettonico- artistico spinge a scegliere una soluzione ingegneristica efficiente ma irrazionale, con notevoli sprechi energetici e di gestione.

È compito dell’Ingegnere energetico concentrarsi sulla “richiesta energetica” mettendo sempre in primo piano la valorizzazione del Bene secondo le sue caratteristiche storiche e artistiche. Si valuteranno le soluzioni impiantistiche piùr azionali, rispettando l’opera e l’ambiente circostante, sia in termini di costi che di affidabilità.

L’architetto ed il restauratore durante le primissime fasi di definizione del progetto, si possono individuare le linee guida generali di un nuovo modo di concepire il Bene Culturale che salvaguardi il passato e proietti al futuro, creando un nuovo modo di concepire arte e scienza.

L’installazione dell’impianto non si può limitare ad un mero problema tecnico.

È già accaduto che monumenti illuminati in modo poco parsimonioso e poco commisurato alle necessità, finissero per restare spenti a causa del costo di gestione troppo elevato.

È proprio questo il cardine del progetto: la possibilità di assorbire in un tempo ragionevole la costruzione di impianti innovativi, attraverso i minori costi energetici di gestione che il sito o il monumento garantirà, proprio grazie alla sua maggiore efficienza.

L’efficienza energetica è un obiettivo di particolare valenza non soltanto per sfruttare l’enorme potenziale di risparmio nel settore del costruito.

Il concetto stesso di Bene Culturale muterebbe: diventerebbe il primo esempio universalmente riconosciuto e immediatamente apprezzabile di un cambiamento di pensiero della società proiettata al futuro, attenta a salvaguardare il passato e l’avvenire.

Il Bene Culturale tornerebbe nella vita quotidiana come esempio e ispirazione, come ammirazione e attenzione alle problematiche ambientali ed energetiche. Il Bene culturale “torna a casa”.

Potremmo prendere come esempio il Castello Ursino di Catania, che grazie alle varie risorse ed energie rinnovabili sono riusciti ad installare un nuovo impianto di illuminazione a risparmio energetico molto efficiente.

Grasso – 5a LG Lombardo Radice Catania