Quando scoppia una guerra, hanno tutti torto, anche se ciascuno espone la propria ragione. Hanno torto perché non sono le armi che possono risolvere i problemi; solo dei pazzi e incoscienti possono pensare che uccidendo i propri simili si possa raggiungere uno scopo che non sia egoistico. Ma, si sa, la saggezza non è propria delle persone umane, le quali vengono colte da delirio di onnipotenza e agiscono come se i contendenti fossero dei minus habens.
La storia è costellata di tanti personaggi squallidi che hanno preso iniziative squalificanti e cominciato guerre di conquista per soverchiare altri.
Che il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, sia interamente dalla parte del torto per avere invaso con le armi il territorio di una nazione democratica e indipendente, è un fatto inoppugnabile. Ma, detto ciò, non possiamo e non dobbiamo nascondere la storia di quel territorio, a cominciare dall’indipendenza ucraina di trentuno anni fa.
In Ucraina vi è una parte non trascurabile di popolazione che parla russo, ha usi e costumi russi e perfino aderisce alla religione cristiana ortodossa russa.
È vero che si sono svolte elezioni democratiche in quel Paese, almeno così recita la stampa ufficiale – per altro non controllata – ma è anche vero che è emersa una forte minoranza che contrasta la maggioranza e che è stata sbattuta fuori da chi aveva le leve del potere, cioé dal presidente Zelensky.
Man mano che i morsi della crisi hanno toccato Germania e Italia e poi Spagna e Portogallo, ci siamo accorgendo come questa posizione di appoggio cieco alle mire del Presidente ucraino siano sbagliate.
Sempre di più le popolazioni dei Paesi citati si stanno svegliando dal bombardamento informativo dei mass media e stanno cominciando a rumoreggiare contro le decisioni dei governi su tale questione, i quali non hanno capito lo scenario e si sono gettati a corpo morto a favore di una parte senza cercare di capire, come era loro dovere, quale fosse lo scenario e cosa si dovesse fare per evitare la continuazione della guerra.
Di fronte a tanti sprovveduti vi è una grande persona che ha capito bene la faccenda ed è Papa Francesco, il quale è esploso, anche a voce alta, dicendo: “Sono tutti pazzi”; “Chiunque fa o subisce una guerra è pazzo”; “Nessuno di essi ha ragione”; “Sono tutti colpevoli”.
È urgente che questa pazzia venga cancellata e si ritorni al buonsenso che è quello di trovare una soluzione pacifica a una controversia che ha creato decine di migliaia di morti, destabilizzato un grande Paese di oltre quaranta milioni di abitanti e sta danneggiando fortemente l’Europa.
In questo scenario se la godono gli Stati Uniti, i quali non sono sfiorati da questa tremenda crisi, anche se devono contrastare l’inflazione e forse la recessione. Ma torniamo al conflitto.
Ci sembra che l’Ucraina sia il classico vaso di coccio fra Usa e Russia: un vaso di coccio utilizzato per indebolire l’Unione europea, la quale stava progredendo bene, moltiplicando le relazioni economiche con la Federazione Russa.
Accusano la nostra voce come fuori dal coro. Non vogliamo fare i solisti a tutti i costi, ma siamo fedeli esecutori del Codice etico dell’informazione che ci obbliga a vedere con occhi sgombri da pregiudizi i fatti e solo i fatti e ci obbliga a sentire tutte le parti in causa, tutti i “pazzi”, come appunto diceva Papa Francesco, ma anche gli altri attori della vicenda, soprattutto quelli che stanno subendo la follia di chi usa le armi.
Qualcuno sostiene che c’è differenza fra offesa e difesa. Può darsi, ma chi ha offeso non ha forse ricevuto qualche provocazione? Intendiamoci, non si offende con le armi, ci sono mezzi diplomatici per farlo; tuttavia non si può disconoscere che quando si agisce sottilmente per provocare qualcuno ci si deve aspettare una reazione, magari sproporzionata.
Sentendo le minoranze ucraine ci sembra che Zelensky si sia prestato al disegno statunitense di provocare Putin. Ci chiediamo se quest’ultimo avrebbe attaccato comunque o, di fronte a una proposta ragionevole, avrebbe evitato di spendere centinaia di miliardi e soprattutto vite umane per una guerra cieca e folle. I fatti diraderanno la nebbia.