SIRACUSA – Il caso del depuratore di Priolo-Melilli-Augusta, finito sotto sequestro dopo l’indagine della Procura aretusea per il reato di disastro ambientale, arriva sui banchi della Corte costituzionale. Il Tribunale del Riesame di Roma ha infatti deciso di non esprimersi, con i giudici della Consulta che dovranno adesso decidere quale organo giudiziario – romano o siciliano – dovrà esaminare i ricorsi presentati dal Governo e da diverse aziende siracusane. “Adesso saranno i componenti della Suprema corte a decidere sulla competenza territoriale dei giudici”, commenta al QdS Roberto Alosi, segretario generale della Cgil Siracusa.
Si profila quindi un nuovo round, quello decisivo ormai, del duro scontro tra il governo e la magistratura di Siracusa sul caso del depuratore che serve le raffinerie di Priolo Gargallo. Da anni ormai pende la questione dell’impianto ritenuto non idoneo allo smaltimento dei reflui industriali – e quindi altamente inquinante – sequestrato la prima volta nel 2022 dai magistrati di Siracusa. Oggi l’impianto…