La legge di bilancio darà il via alla riforma del superbonus. Secondo le intenzioni del governo dovrebbe passare dal 110% al 90% per i condomini. E la detrazione probabilmente verrà ripristinata, alla stessa percentuale, anche per le villette. Ma con una condizione: occorre che siano usate come prima casa da proprietari che rientrano in una soglia di reddito. Questa, che verrebbe calcolata in base al quoziente familiare, potrebbe essere di 15 mila euro secondo alcuni quotidiani che riportano la notizia.
Il quoziente familiare permetterebbe di alzare la soglia ma in base al numero dei figli. Al momento, in base alla legge in vigore, le villette sono escluse dall’agevolazione a partire dal primo gennaio 2023. Con questa modifica verrebbero quindi ricomprese.
Bonus e gli incentivi fiscali per l’edilizia hanno aiutato i professionisti: otto architetti e ingegneri liberi professionisti su 10 hanno fatto lavori usufruendo degli incentivi e di questi il 73% ha fatto interventi applicando il Superecobonus 110%. Non solo, un professionista su tre attribuisce più della metà del proprio fatturato dell’ultimo biennio ai bonus fiscali. E’ quanto emerge dallo studio “Incentivi fiscali e Superbonus: le opinioni e i problemi dei professionisti”, sviluppato da Fondazione Inarcassa e Ref ricerche, dal quale emerge comunque la fotografia di una filiera – quella degli architetti e ingegneri di libera professione – in forte difficoltà, ma che vorrebbe esprimere tutto il potenziale per contribuire al raggiungimento degli obiettivi posti nel Pnrr, se messa nelle giuste condizioni.
Nello studio ecobonus 110% e il sismabonus 110% sono quelli valutati in maniera peggiore dai professionisti (oltre il 50% esprime un giudizio negativo), mentre il bonus facciate e le altre categorie di Bonus ottengono giudizi complessivamente migliori (oltre 65% di giudizi positivi).
Dai risultati emerge come, in seguito ai recenti cambiamenti normativi, il meccanismo di cessione sia divenuto estremamente problematico. Solo il 10% dei professionisti dichiara di non aver mai riscontrato problemi nelle procedure di cessione del credito e oltre il 50% ha questioni dovute alla cessione ancora non risolte, date le tempistiche profondamente dilatate dall’eccessiva burocrazia. Quali sono invece i principali aspetti positivi?
Innanzitutto, l’efficienza energetica (70%), poi l’aumento dell’attività economica (45,1%) e la maggiore sicurezza sismica degli edifici (26,8%). Tendenze sovrapposte, quindi, ma al netto dell’aumento dei prezzi dei materiali, rischi di illecito, e aumento sovraccarico amministrativo, i professionisti (79%) ritengono che le misure debbano assumere un carattere strutturale, e non più eccezionale o temporaneo, ma a condizione che siano modificate. “Dai dati emerge chiaramente che i professionisti hanno un’opinione positiva dei bonus che hanno creato loro meno problemi, ma è necessario che diventino strutturali – conclude Fietta – le politiche di incentivi per la riqualificazione del patrimonio edilizio devono diventare strutturali e non spot, come nel caso specifico”.