Pezzi di Pizzo

Il vero Teatro a casa mia

A Palermo c’è il detto che il vero Teatro è a casa propria,  intendendo lo stile drammaturgico palermitano che porta ad accentuare la vena teatrale su qualunque questione, una discussione in famiglia è un dramma shakespeariano, che solo Mozart può musicare, se poi si arriva alle mani si ricorre a Mascagni con i compari Alfio&Turiddu, tanto di mezzo, in una rissa, sempre una donna c’è.

Questo modus operandi panormita, fatto di “provate”, finte prove di forza, battute a margine, dichiarazioni roboanti, ambasciate alla tu non sai chi sono io, sta per andare in scena al Ministero dei Beni Culturali dove siede Sangiuliano. L’oggetto del contendere è il Teatro Massimo, un’opera architettonica unica, regalataci dal Basile, che fa da cornice ad una grande tradizione lirica riconosciuta da qualunque tenore o soprano degno di nota. Il palcoscenico del Massimo, tra i più grandi del mondo, può ospitare un’Aida, e pure un Rigoletto, tanto è piccolo e non occupa troppo spazio.

Sta per iniziare, dopo frizzi, lazzi e screzi, il momento della designazione del prossimo consiglio, e soprattutto del sovrintendente, posto occupato dall’ottimo Marco Betta, professore, compositore, musicista e musicologo, che ha pure il dono del ragioniere, visto che con lui il bilancio segna il bel tempo. Lagalla lo vuole, sembra il motto templare del Sindaco, e i melomani palermitani pure, rispondono dal loggione. C’è per caso in ballo l’arrivo di Barenboim, di Zubin Metha o Daniel Oren? Non sembra che la questione sia questa, la lirica non è questione di musica o di merito, ma di politica.

C’è da sistemare la Venezi, la più sponsorizzata direttrice d’orchestra dell’orbe terraqueo, è magari qualcuno meno belloccio ma più avvezzo ai ruoli dell’Otello. La Venezi  potrebbe andare in RAI, ormai è un monocolore, la si potrebbe mettere alla guida di RAI 3, così un po’ di musica colta finalmente potrebbe ascoltarsi dalle parti di Viale Mazzini, non tutto è Sanremo in fondo.

In settimana prossima il verdetto è atteso, potrebbe essere una requiem o un finale alla Turandot, speriamo in un va pensiero di italica coesione. E comunque il vero Teatro è nelle case di tutti i palermitani, e Betta, secondo noi, tutti lo vogliono, basta che sappia fare pure il Barbiere.