Fatti

Immobili all’asta, uno su dieci si trova in Sicilia

PALERMO – Anche nel 2019 la Sicilia si conferma la seconda Regione per numero esecuzioni immobiliari in Italia dietro la Lombardia. Con il suo 9,38% sulle esecuzioni d’Italia conta 19.202 aste e la provincia con il maggior carico di arretrato è Agrigento con un’impennata del +14,42%. Una cifra che non può passare di certo inosservata e che testimonia quanto documentato nelle nostre inchieste, vale a dire le criticità legate alle nuove modalità telematiche di vendita introdotte dalla legge n. 119/2016.
Senza la pubblicazione delle esecuzioni immobiliari nei quotidiani, infatti, si evidenziano chiare difficoltà nel raggiungimento dei potenziali acquirenti.

Nella provincia agrigentina si è passati dalle 1.175 esecuzioni immobiliari del 2018 alle 1.373 dell’ultimo anno da poco trascorso. Bisogna segnalare, però, la diminuzione del numero di aste giudiziarie nel resto delle province dell’Isola. Scendono sia Palermo che dalle 5.259 del 2018 alle 4.033 del 2019 sia Catania che mostra un netto miglioramento in tal senso, scendendo da 6.217 a 4.829, così come Ragusa (da 2.766 a 1.952). Buoni numeri in discesa riscontrabili anche a Trapani (da 1.735 a 1.337), Messina (da 3.314 a 2.923), Siracusa (da 1.846 a 1.506), Caltanissetta (da 1.110 a 916) e infine Enna (da 535 a 333).

Di certo, un netto miglioramento rispetto agli ultimi anni che rispecchia quanto avvenuto nell’ultimo anno anche nel resto d’Italia. Sono state 204.632 le unità immobiliari oggetto di aste immobiliari su base annua in tutta Italia nell’anno 2019, con un calo rispetto al periodo precedente (anno 2018) pari al -16,51.

Infatti, erano 245.100 le esecuzioni dell’anno precedente. Delle 204.632 aste, oltre il 46% ricadono nelle regioni del Nord Italia. Sono ai primi cinque posti, con oltre il 51% del totale delle esecuzioni italiane, le cinque regioni che si rappresentano con dei dati, al loro interno, molto disomogenei. Al primo posto per numero di esecuzioni nell’anno 2019, si conferma, come anticipato poc’anzi, la Lombardia con il 18,66%, a seguire proprio la Sicilia, l’Emilia Romagna (8,73%), il Lazio (7,18%) e la Toscana (7,18%).

Quasi il 70% delle unità immobiliari all’asta è riconducibile alla categoria “residenziale” ed è costituita da appartamenti, monolocali, mansarde, attici, ville e villette, nella maggior parte di casi tutte abbinate a autorimesse e/o cantine. Il 70% si raggiunge sommando l’8% di posti auto e autorimesse “doppie” o vendute frazionate che spesso vengono escluse dalla composizione del lotto unico, creando in alcuni casi problematiche sulle aggiudicazioni, doppie offerte o pluri-offerte. Solo il 5% sono negozi, uffici, laboratori e magazzini, che se sommati al 10% dei capannoni industriali e commerciali artigianali, opifici e laboratori artigianali, formano quest’anno un dato più ampio rispetto agli anni precedenti.

Un dato da non sottovalutare (11%) è quello legato dai terreni, agricoli ed edificabili, che rappresentano sia una buona parte di campagna agricola, sia un buon numero di terreni edificabili che oggi non hanno più l’appeal commerciale di quando, in tempi non sospetti, l’iper-edificazione, che i Comuni consentivano per avere in cambio “oneri di urbanizzazione”, aumentava vertiginosamente i volumi edificatori anche in micro comuni.
Al di sotto dell’1% di immobili in asta è rappresentata da hotel e strutture alberghiere, ma nella maggior parte dei casi si tratta di microstrutture a conduzione familiare.

Twitter: @AntoninoLoRe