CALATAFIMI (TP) – Sarà bandita entro novembre la gara per l’impianto di compostaggio di rifiuti organici a Calatafimi-Segesta. Nel frattempo, è stata garantita, da parte degli uffici regionali, la copertura della spesa e già ci sarebbe la firma in calce al decreto di impegno per l’anticipazione del 10% dell’opera e permettere così di entrare nella fase di concretizzazione del progetto.
La notizia è trapelata a margine del confronto che si è tenuto tra il dirigente generale del dipartimento regionale acque e rifiuti Angelo Foti, i dirigenti regionali del Sevizio 6 e il funzionario della Srr Trapani Provincia Nord Vincenzo Novara. Al tavolo anche la deputata regionale Valentina Palmeri che aveva sollecitato l’incontro per fare il punto della situazione. “È arrivato – ha detto la parlamentare – l’impegno per la copertura della realizzazione dell’impianto, e come passo concreto è stata firmato il decreto di impegno per l’anticipazione del primo 10%.
Sarà quindi inoltrata la convenzione tra Srr e dipartimento regionale per l’attuazione del progetto. Secondo gli step dettati nel corso della riunione entro novembre si dovrebbe procedere a bandire la gara e, dall’analisi di altre procedure effettuate in Italia, entro due anni l’impianto potrebbe essere funzionante ed i cittadini del trapanese avere un ambiente più pulito, una risorsa per l’agricoltura, una riduzione dei costi per la gestione dei rifiuti”. Si tratta di una rivoluzione per l’intera provincia: la struttura sorgerà in un terreno confiscato alla mafia e potrà trattare fino a 36 mila tonnellate di umido, per un investimento complessivo da 16 milioni di euro.
L’immediata disponibilità finanziaria di fatto spiana la strada alla realizzazione concreta dell’opera pubblica che potrebbe risolvere la totalità dei problemi dei Comuni della provincia trapanese in tema di smaltimento della frazione umida, andando a semplificare di molto il lavoro di chi si occupa di raccolta dei rifiuti e di un enorme risparmio per le casse comunali di molti centri della zona, che non dovranno più far viaggiare i propri mezzi per chilometri e chilometri in tutta la Sicilia.
Le 36 mila tonnellate di rifiuti soddisferanno il totale fabbisogno dell’intera provincia trapanese sulla base dell’attuale produzione di questa frazione. Attorno a questo impianto si era speso molto anche l’ex assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon, che aveva seguito un po’ tutto l’iter a fianco dei Comuni e dell’Srr. Nel frattempo sembra essere oramai tramontato il progetto dei privati su cui il Comune di Calatafimi, e non solo, aveva espresso moltissimi dubbi sulla sua fattibilità.
Un progetto che aveva subito uno stop a causa di ben 25 criticità sulla valutazione di incidenza ambientale presentata dalla ditta Owac per la realizzazione a Calatafimi dell’impianto di “trattamento e recupero di materiali ed energia da frazione secca e frazione umida”. La stessa ditta ha presentato delle controdeduzioni.
Attorno a questo progetto il mondo delle associazioni ambientaliste ha alzato gli scudi, ma anche la politica ha voluto essere certa che l’impianto rispettasse in tutto e per tutto sia le caratteristiche di efficienza che quelle di sostenibilità ambientale e di rispetto della salute pubblica. L’amministrazione comunale di Calatafimi rilevò all’assessorato regionale alcune criticità e inesattezze sulla Vinca, la valutazione di incidenza ambientale, e anche la Commissione tecnico-specialistica, nominata dalla Regione per tale finalità, ha riscontrato tanti interrogativi.