Inchiesta

Le imprese, la formazione e il mondo del lavoro. In Sicilia un cerchio che continua a non chiudersi

PALERMO – Una misura per incentivare l’occupazione di persone alla ricerca di lavoro e inattive, con un plafond di 15 milioni di euro del Fondo sociale europeo 2014-2020. Era l’Avviso 21, varato dalla Regione Siciliana nell’ormai lontano 2018, che avrebbe dovuto fornire alle imprese un bonus fino a 8 mila euro annui per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato, per i primi 24 mesi. Gli impegni sono stati rispettati? Non secondo una serie di testimonianze giunte alla nostra redazione, tra cui quella di Giuseppe Ursino, founder di JO Group, un cluster di aziende con core business in digital transformation e consulenza sui fondi europei.

Percorso a ostacoli per le imprese in Sicilia

A chi possono rivolgersi le aziende per ricevere assistenza? Sembra difficile individuare un punto di riferimento, tanto per le imprese quanto per chi ha cercato, come noi, di fare chiarezza sulla vicenda. L’unica a metterci la faccia è stata l’assessora della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, Nuccia Albano, la quale ci ha spiegato che per l’Avviso 21 si stanno accelerando le procedure burocratiche.

“Non parlerei di inefficienze – ha spiegato al QdS – ma di criticità ereditate dal passato, a cui si sta facendo fronte in maniera sistemica e definitiva, e che erano connesse all’impianto stesso dell’Avviso, in parte macchinoso, e alla carenza di personale dell’amministrazione già segnalata all’Autorità di gestione del Po Fse 14-20 negli anni precedenti al 2022, a cui si aggiungono errori documentali delle aziende che hanno costretto gli uffici a sopperire con continui soccorsi istruttori”.

“L’attività di verifica – ha aggiunto Albano – ha fatto emergere diversi casi di inadempimenti contrattuali e carenze di requisiti che hanno purtroppo determinato il rigetto delle istanze e l’impossibilità di erogare le somme richieste. Tuttavia dal 2023 si è portata avanti una significativa accelerazione della rendicontazione e, di conseguenza, dei pagamenti erogati alle aziende. Si tenga presente che si è passati da una spesa controllata di poco più un milione di euro a fine 2022, a più di due milioni e mezzo di euro a giugno 2024”.

Una task force per accelerare le procedure

Una quota ben distante dalle somme inizialmente messe a disposizione. Viene quindi da chiedersi cosa potrà fare l’assessorato, come organo politico, per stimolare gli uffici a essere più efficienti? “È fondamentale – ha risposto Albano – l’intensificazione delle attività resa possibile grazie alla creazione di un gruppo di lavoro dedicato, una task force esclusivamente dedita all’istruttoria e alla verifica di queste operazioni. Voglio sottolineare inoltre che, sulla base dell’esperienza acquisita, gli altri Avvisi in corso di emanazione saranno semplificati”.

Gli uffici che non sembrano rispondere prontamente agli utenti, ma aggiornerebbero l’assessorato: “Periodicamente – ha riferito l’assessora – comunicano l’avanzamento dei controlli effettuati. In merito alla rendicontazione delle pratiche dell’Avviso 21, a oggi, il totale delle operazioni è di 449 di cui 238 concluse, 42 in conclusione e 169 in lavorazione”.

Quanto le storture burocratiche influiscano negativamente sullo sviluppo dell’economia siciliana, e quindi sul gap Nord-Sud, non è dato sapere. Ma, conclude la rappresentante della Giunta regionale “stiamo mettendo in campo tutte le iniziative per favorire lo scambio domanda-offerta di lavoro. Grazie al potenziamento del Centro per l’Impiego, avvenuto con le recenti assunzioni, stiamo programmando varie attività. Nelle settimane scorse abbiamo attivato lo sportello Pari opportunità per consentire alle categorie fragili, previa prenotazione, di recarsi in via Praga, a Palermo, dove potranno ricevere tutte le informazioni e presentare i curricula. Sempre al Centro per l’Impiego di Palermo, inoltre, abbiamo organizzato l’Inclusion Job day e un Job day, a Palermo e a Catania, per i lavoratori di Almaviva Contact in cassa integrazione. Tre giornate importanti sia per chi cerca lavoro, che per le tante aziende in cerca di personale”.

“Sicilia incapace di formare i disoccupati e investire i fondi Ue”

Per Francesco Lucchesi, componente della segreteria regionale di Cgil Sicilia, l’Avviso 21 rappresenterebbe soltanto una delle tante espressioni dell’incapacità della classe dirigente di assolvere al proprio ruolo: “È una vicenda paradossale, tutta siciliana, per cui abbiamo in passato anche organizzato un presidio con alcune lavoratrici e lavoratori che, nonostante tirocinio e attività svolta, non avevano ricevuto alcun sussidio da parte della Regione per problemi burocratici che nessuno ci ha saputo dettagliatamente spiegare. Quanto accaduto dimostra come per l’ennesima volta ci siano fondi a disposizione, ma non si riesca a farli giungere a destinazione. Non è purtroppo l’unico esempio”.

In quali altre occasioni la Regione non avrebbe mantenuto le sue promesse? “Con Garanzia giovani – ha affermato Lucchesi – sono stati spesi in Sicilia 120 milioni di euro, ma alla fine per poco meno di 5 mila assunzioni complessive a tempo indeterminato. E così ci pare stia avvenendo con l’ultimo programma Gol, finanziato con i fondi europei del Pnrr e con scadenza al 2026, che dovrebbe rimettere in formazione e in occupazione circa 60 mila disoccupati siciliani. Per non parlare dell’Sfl, visto che l’Istat ci conferma che la Sicilia in dieci mesi abbia il più basso tasso di percezione dell’indennità di 350 euro mensili (2,3%). Il sistema funziona molto male, non riusciamo a usare i fondi europei e siamo ultimi persino nelle misure che utilizzano fondi nazionali”.

Il riferimento è al Reddito di cittadinanza, che il sindacato chiedeva non eliminare, ma di modificare e sganciare dalle politiche attive: “Rappresentava una forma di sostegno al reddito. Abbiamo calcolato che con la sua eliminazione, anche con le altre misure messe in campo, circa 100 mila siciliani siano rimasti senza alcuna forma di sussidio. Una condizione che va a favorire il lavoro nero, che nella nostra regione, come confermato dalla Cgia di Mestre, conta 240 mila impiegati”. Una cosa è certa, bisogna mettere in campo tutte le misure necessarie per favorire l’occupazione, formando quelle professionalità che molto spesso le imprese cercano ma non trovano. “Innanzitutto – ha affermato Lucchesi – bisogna strutturare meglio il sistema formativo rispetto all’offerta. Se le aziende, attraverso i rapporti di Unioncamere, ci dicono che mancano 35-40 mila figure professionali tra camerieri altamente specializzati, falegnami e saldatori, sarebbe utile creare corsi di formazione in questa direzione. E poi è necessario creare una banca dati unica, per incrociare con immediatezza domanda e offerta, consentendo alle imprese di individuare le figure che cercano, ai disoccupati di trovare lavoro in tempi brevi e alla Regione di legare la formazione alla domanda reale. Soprattutto in considerazione del fatto che in Sicilia ci siano a disposizione tanto ingenti risorse regionali, quanto fondi Ue. Penso per esempio ai 400 milioni di euro per la programmazione 2021-27 del Fse destinati alla formazione”.

“Non possiamo permetterci – ha concluso – di farli tornare indietro o di spenderli male, né di ripetere quanto accaduto con il Fesr, quando abbiamo regalato alle aziende 350 milioni di euro per abbattere il costo delle bollette, sottraendoli dalle somme destinate alla riduzione del gap tra Nord e Sud Europa e, in questo caso, tra Nord e Sud del Paese”.

Una delle segnalazioni arrivate al QdS

Formazione, la “storia infinita” dell’Avviso 21

Gentile Direttore,

Con riferimento all’articolo “L’eterno Avviso 21, ora la Regione accelera”, pubblicato a marzo 2024, desideriamo aggiornarvi sulla situazione attuale e condividere la nostra esperienza come cluster di aziende che ha aderito all’iniziativa Avviso 21 nel 2018. Nonostante le speranze sollevate dalla costituzione del gruppo di lavoro dedicato alla rendicontazione, la realtà che affrontiamo oggi, diversi mesi dopo, è purtroppo ancora molto frustrante. Il nostro cluster ha assunto nove dipendenti grazie alle aspettative di utilizzare l’Avviso 21.

Tuttavia, per quattro di questi dipendenti, non è mai stata possibile iniziare la rendicontazione, ovvero non ci è stata data la possibilità di caricare i documenti necessari sul portale online della Regione siciliana e, nonostante i numerosi solleciti da parte nostra, gli uffici regionali non hanno mai risposto.

Per gli altri cinque dipendenti, abbiamo ottenuto l’approvazione di rimborsi per un totale di 67.670 euro. Abbiamo prodotto tutta la documentazione richiesta, sia in fase di rendicontazione che in fase di integrazione, dimostrando completa disponibilità a rispondere a qualsiasi richiesta da parte della Regione. Tuttavia, anche in questo caso, i nostri molteplici solleciti tramite tutti i canali ufficiali sono rimasti senza risposta, un muro di gomma. Un aspetto critico che ci impedisce di ricevere i fondi è l’assenza dell’Allegato 20” o nota di revisione, che deve essere prodotto dalla Regione Siciliana per poter procedere con l’erogazione dei fondi.

Questa mancanza, unita alla lentezza burocratica e alle ulteriori richieste di controllo sulle imprese, ci sta causando seri danni finanziari e, presumibilmente, la stessa situazione starà capitando ad altre imprese siciliane che, come noi, si sono fidate della Regione. Tra l’altro nei nostri uffici ci sono risorse umane che continuamente telefonano e mandano email e pec per cercare di ‘smuovere’ la Regione siciliana e quindi impegno mentale e tempo utilizzato sono un ulteriore danno che subiamo.

Contiamo col vostro aiuto, quale autorevole giornale siciliano, in un risveglio da parte di chi dovrebbe supportare le imprese siciliane e quindi l’occupazione nell’Isola, ma che alla luce dei fatti sta ottenendo un risultato che va nella direzione opposta.

Giuseppe Ursino