Attenzione, sta per scadere il versamento del saldo Imu 2022. La data da segnare sul calendario 2022, per chi non lo avesse ancora fatto, è il 16 dicembre. Entro quel giorno, i proprietari di case devono pagare l’imposta municipale unica sugli immobili. Si tratta del saldo, dopo che entro il 16 giugno è stato già versato l’acconto. Il pagamento del saldo Imu 2022, non riguarda tutti, ci sono dei casi in cui è prevista l’esenzione.
Di seguito, indichiamo tutte le informazioni utili, da chi deve pagare il saldo, come pagarlo e come si calcola l’Imu 2022.
Per il saldo Imu, i conti vanno rifatti calcolando quanto dovuto per l’intero anno applicando le aliquote decise per il 2022 dal Comune, per poi detrarre l’acconto, spiega il Corriere della Sera. Per sapere se nel proprio Comune le cifre siano variate bisogna verificare sui siti del singolo ente locale. Se la cifra non è cambiata si deve versare lo stesso importo di giugno
L’eventuale nuova delibera comunale per il saldo deve essere stata pubblicata sul sito del Dipartimento delle Finanze entro il 28 ottobre. Se, invece, il Comune non ha deliberato nuove aliquote Imu 2022, si applicano quelle del 2021. In questi Comuni, quindi, il contribuente verserà per il saldo lo stesso importo dell’acconto di giugno, ossia il 50% del totale del 2021, salvo variazioni degli immobili nell’anno in corso
Come sempre, l’Imu non è dovuta sull’abitazione principale e relative pertinenze (box o posto auto, cantina o solaio) nei limiti di una per ciascuna categoria catastale (C/2, C/6, C/7). Con “abitazione principale” si intende un’unica unità immobiliare ad uso abitativo classificata nel gruppo catastale A (esclusi gli uffici A/10), nella quale il contribuente dimora abitualmente e risiede anagraficamente. E le due circostanze devono coesistere
L’esenzione si applica solo a chi dimora effettivamente e ha la residenza anagrafica; gli altri comproprietari devono pagare l’imposta. L’Imu va invece versata per le abitazioni principali di pregio, ossia di categoria A/1 (immobili signorili), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi). L’imposta riguarda i proprietari di immobili abitativi tenuti a disposizione, come le seconde case, nonché i fabbricati affittati o sfitti. Si paga anche sugli immobili dati in uso gratuito, salvo la riduzione al 50% tra genitori e figli a condizioni stringenti
Si paga poi sulle pertinenze non della prima casa, o comunque non agevolabili come il secondo box. L’imposta è ridotta del 25% per gli immobili affittati a “canone concordato”. L’Imu si versa anche per uffici, negozi, depositi, capannoni, altri immobili commerciali e industriali e per le aree fabbricabili da chiunque posseduti
Il versamento dell’Imu si effettua con il modello F24 o tramite bollettino postale. Nel modello F24, sezione “Imu e altri tributi locali”, vanno indicati: codice catastale del Comune, numero di immobili per cui si esegue il versamento, anno di imposta (2022) e importo da versare raggruppato, con codice tributo, per singola tipologia di immobile (altri fabbricati; terreni; aree fabbricabili; abitazione principale). Occorre barrare la casella “saldo”
Per il calcolo Imu si parte dalla rendita catastale attribuita all’immobile all’1 gennaio 2022, che va rivalutata del 5%. La rendita si trova nel rogito, nelle visure catastali o nel quadro RB della dichiarazione dei redditi o B del 730. La rendita rivalutata va poi moltiplicata per il relativo coefficiente, a seconda del tipo di immobile. Al valore ottenuto si applica l’aliquota decisa dal Comune. L’imposta va suddivisa per le quote di possesso e per il periodo di possesso. Dal totale va detratta la prima rata di acconto versata a giugno