Economia

“In Italia pressione fiscale superiore dello 0,7% alla media dell’Eurozona”

ROMA – Sono molte le perplessità delle associazioni di categoria in merito alla manovra economica appena varata dal Governo giallo-rosso. Soprattutto quando si parla di pressione fiscale e lotta all’evasione. A tal proposito, si è espressa Confesercenti, in occasione dell’assemblea elettiva che si tiene ogni anno a Roma.

L’ufficio economico dell’associazione ha calcolato che la pressione fiscale italiana (42,1% del Pil), è maggiore dello 0,7% rispetto alla media dei paesi dell’area Euro. Inoltre, ha constatato che il gettito fiscale e contributivo complessivo, è pari a 739 miliardi di euro, ovvero oltre 12.300 euro per ogni cittadino. “Se il peso delle imposte italiane fosse allineato alla media europea – ha evidenziato Confesercenti – pagheremmo 12,6 miliardi di euro di tasse in meno all’anno”. Valori superiori rispetto alla media Ue, sono stati registrati, dal nostro Paese, anche per quanto riguarda il costo del lavoro.

Infatti, il cuneo fiscale e contributivo sul lavoro, tra il 2010 e il 2018, è aumentato di 0,7 punti percentuali, arrivando al 47,9% secondo il rapporto “Taxing Wages 2019” diffuso da Ocse. Nello stesso periodo, in Francia, il cuneo fiscale sul lavoro è diminuito del 2,3% e in Spagna dello 0,4%.
Anche la tassazione sull’energia e la tariffa rifiuti risultano essere superiori alla media europea. La prima è maggiore di circa l’1%, mentre, la seconda, ha avuto una variazione del +23,8% nel periodo compreso tra il 2010 e il 2018, dato che corrisponde a più del doppio della variazione media europea, equivalente, invece, a +11,5%. L’attenzione dell’ufficio economico di Confesercenti si è concentrata anche sui tassi di interesse per prestiti a imprese individuali e società: ad agosto si è assestato al 2,83%, contro una media dell’area Euro del 2,33%.

L’associazione non vede di buon occhio nemmeno una delle misure volute fortemente dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per contrastare l’evasione fiscale. Un contrasto che si rende necessario, soprattutto in Sicilia. Infatti, l’Isola, secondo la Cgia di Mestre, è la terza Regione italiana per incidenza di economia non osservata, con un’evasione fiscale che ammonta a circa 10 miliardi di euro sui circa 107 miliardi complessivi stimati.

Secondo l’ufficio economico di Confesercenti, una delle misure previste per far emergere l’economia sommersa, ovvero l’obbligo di accettare carte di credito e bancomat, costerà alle piccole imprese almeno 2 miliardi di euro in più di aggravi tra canoni, commissioni sulle transazioni e costi di installazione e gestione. “Se si vuole favorire la moneta elettronica – spiega Confesercenti – si deve agire abbassando i costi di esercizio per le imprese e per le famiglie. Anche perché la stangata dell’obbligo di Pos, imposta a suon di sanzioni in nome del contrasto all’evasione, potrebbe non avere effetti su questo fronte. Tra il 2012 ed il 2018 – continua l’associazione – il numero di Pos attivi in Italia è cresciuto del 112%. Un boom che non ha trovato un riscontro proporzionale nel gettito derivante dalla lotta all’evasione”.

Sull’economia non osservata, è intervenuto, nella stessa giornata, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con un messaggio in occasione dell’assemblea annuale di Confesercenti. “Bisogna utilizzare al meglio le opportunità offerte dall’innovazione digitale – afferma Mattarella – per un’efficace azione di contrasto a contraffazione ed economie parallele che sottraggono rilevanti risorse fiscali alla comunità”.