Impresa

In Sicilia ottomila aziende under 35 in meno negli ultimi cinque anni

PALERMO – La Sicilia si attesta al -14,0% in variazione percentuale per imprese gestite da under 35 tra il 2020 e il 2015. E’ quanto emerge da un rapporto di Unioncamere che vede la nostra terra indietro rispetto ad altre 12 realtà con in testa il Trentino Alto-Adige con un 2,4%.

Il saldo riguardante le imprese giovanili siciliane, che al 30 settembre 2020 risultano 51.854, è di -8.457 aziende, un calo inferiore soltanto in confronto alla Lombardia dove le imprese under 35 negli ultimi cinque anni hanno subìto una riduzione di -10.369, mentre l’unica regione dove non c’è diminuzione è nuovamente il Trentino Alto-Adige (217).

Sull’argomento è intervenuto Gero La Rocca, presidente dei giovani siciliani di Confindustria.

Presidente, come si può recuperare il gap con le altre realtà che vanno meglio rispetto alla Sicilia?
“È necessario un piano di investimenti concreti che colmi il divario tra Nord e Sud del Paese. E per far questo occorre innanzitutto fare in modo che le risorse arrivino dove serve, a partire da un sistema di opere pubbliche e infrastrutture, senza le quali qualsiasi progetto di sviluppo è destinato a rimanere lettera morta. Nel nostro ultimo incontro di Agrigento, i Giovani imprenditori siciliani di Confindustria hanno lanciato una proposta concreta: dar vita a un “Next generation Sicily”, un piano strategico chiaro, condiviso e percorribile che permetta di essere proiettati e collegati all’Europa, partendo da quattro assi portanti: investimenti, infrastrutture, digitalizzazione, burocrazia”.

Quali sono i settori dove i giovani trovano più spazio?
“Più che i settori nei quali i giovani trovano più spazio, io parlerei di ciò che il mercato chiede per il futuro e la capacità dei giovani di intercettare tali richieste. I giovani hanno la sensibilità adatta per intercettare il cambiamento e oggi il futuro parla di sostenibilità, di imprese green, di innovazione. Noi siamo già pronti. Chiediamo solo che le istituzioni creino le condizioni affinché le nostre imprese siano messe nelle condizioni di competere ad armi pari con tutte le altre”.

Ad Anna Sangiorgi, responsabile dell’Enterprise Europe Network per il Consorzio Arca, abbiamo chiesto in che modo è stato possibile lavorare, per l’incubatore d’impresa, nel periodo di emergenza.

“Come in ogni altra struttura, la chiusura è avvenuta nel rispetto scrupoloso delle normative e abbiamo organizzato gli eventi, come i seminari o i workshop, in remoto. – ha spiegato Anna Sangiorgi – L’attività di supporto alle startup/spin off e alle aziende del territorio è continuata, ove possibile, con incontri virtuali. Laddove si sono manifestate opportunità, determinate purtroppo dal Covid-19, abbiamo fornito informazioni e indicazioni su come operare (bandi speciali, riconversione momentanea di attività manifatturiere, ricerca di fornitori, etc…). L’obiettivo è stato duplice: mantenere gli impegni già presi e mantenere sempre vivo il contatto con i nostri ‘clienti’. Tuttavia – ha concluso – un aspetto per noi fondamentale, che è quello del networking che genera relazioni e occasioni, così come il contatto con gli studenti, è mancato, e con l’inizio dell’estate abbiamo riaperto i locali dell’incubatore presidiando a turno la struttura per cercare di fornire i servizi di base e soprattutto un segnale di speranza e di ripartenza”.