PALERMO – In Sicilia due over65 su cinque (39,9%) partecipano ad attività per mantenere la salute fisica e mentale, accrescere la qualità delle relazioni interpersonali e migliorare la qualità della propria vita, contribuendo a ridurre il livello di dipendenza dagli altri: dunque, rispondono al concetto di “anziano-risorsa”, così come è stato definito nel 1996 dall’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo i dati elaborati da Passi d’argento, il sistema di sorveglianza dedicato alla popolazione anziana a cura dell’Istituto superiore di sanità, in Sicilia si registra un’incidenza di “anziani-risorsa” ben superiore rispetto alla media nazionale (28,7%).
In particolare, si può affermare che il 40% circa degli over65 siciliani è impegnato in attività di volontariato, si prende cura di congiunti, di familiari o di amici con cui non vive. Inoltre, il 5,3% degli ultrasessantacinquenni è impegnato anche in attività lavorative retribuite (6,2% a livello nazionale); mentre il 19,6% partecipa ad eventi sociali, come gite o soggiorni organizzati, o frequenta corsi di formazione (corsi di inglese, cucina, uso del computer o percorsi presso università della terza età).
Al contempo, però, in Sicilia appare maggiormente elevata anche l’incidenza di over65 che percepiscono negativamente il proprio stato di salute: infatti, tale percentuale si attesta al 16,8%, contro una media nazionale pari al 12,6%, solo in Umbria (17,6%), Calabria (17,6%) e Sardegna (19,7%) si rilevano situazioni maggiormente critiche.
A tal proposito, un importante indicatore che permette di dare contezza della gravità dei problemi di salute e quindi della qualità di vita è rappresentato dal numero medio di giorni vissuti in cattiva salute sia fisica che psicologica: anche in questo caso la Sicilia totalizza risultati peggiori rispetto alla media nazionale, con 10,1 giorni al mese in cattiva salute, due in più rispetto alla media italiana. Nell’Isola è superiore rispetto alla media nazionale anche il numero medio di giorni con limitazione delle attività quotidiane (5,4 giorni al mese, contro i 3,6 giorni mediamente rilevati nel Belpaese).
Il numero medio di giorni in cattiva salute riflette lo stesso profilo socio-demografico delle persone non soddisfatte del proprio stato di salute: infatti, cresce con l’età, fra le persone con molte difficoltà economiche, fra le persone meno istruite e fra le persone con una patologia cronica.
Al contempo, in Sicilia appare maggiormente elevata l’incidenza di anziani “fragili”, pari al 27,2% degli over65 complessivamente residenti nell’Isola (circa dieci punti percentuali in più rispetto al 18,3% mediamente rilevato a livello nazionale). Secondo la definizione proposta da Passi d’Argento, si intende per anziano fragile la persona non disabile, ossia autonoma in tutte le attività di vita quotidiane, ma non autonoma nello svolgimento di due o più funzioni complesse, come preparare i pasti, effettuare lavori domestici, assumere farmaci, andare in giro, gestirsi economicamente e utilizzare un telefono. Anche la fragilità è una condizione che cresce con l’età, associata allo svantaggio socio-economico e maggiore fra le persone con bassa istruzione.