Agricoltura

Viticoltura, in Sicilia imbottigliato l’undici per cento in meno di vino

ROMA – In Italia lo scorso anno sono stati prodotti 46 milioni di ettolitri di vino, guadagnati 11 miliardi di euro di cui 6,4 provenienti dall’export. L’esportazione di vino ha subito una perdita del 3 per cento e nei prossimi mesi servirà tenere alta l’attenzione perché l’export è già la base della ripartenza dopo la pandemia e ciò rende necessario, già da ora, una progettazione di risposta alla crisi globale.

Secondo Coldiretti le aziende produttrici di vino più colpite dal Covid-19 sono state le piccole e le medie aziende italiane, a quest’ultime si chiede di vivere la crisi come momento a cui reagire facendo riferimento ad uno forza già manifestata tra i produttori di vino italiani e non come una tragedia. Ci sono basi da cui partire rappresentate dalla qualità del prodotto e il brand Italia ed un sistema Paese da migliorare puntando verso precisi obiettivi.

L’imprenditrice Jose Rallo, già impegnata da trent’anni nell’implementazione dell’azienda siciliana Donnafugata Wine di Marsala (Tp), è oggi membro cda di Agenzia Ice. Contestualmente al suo ingresso è stato ufficializzato un tavolo dedicato al vino che coinvolgerà ministero degli Esteri, all’agricoltura e Agenzia della promozione all’estero e l’internazionalizzazione. All’interno del convegno “Covid, la sfida del vino Made in Italy” organizzato online da Coldiretti, Rallo è intervenuta per parlare di diplomazia economica e della necessità di ammodernare la “struttura paese” per migliorare i risultati dell’esportazione.

“Rete delle ambasciate e rete uffici Ice all’estero da qualche tempo stanno iniziando a collaborare – ha spiegato l’imprenditrice – e non solo perché condividono uffici, ma perché stanno analizzando insieme dati e informazioni economiche. Questo può essere un fattore per i paesi in cui la politica opera anche per l’export. In fatto di dazi e accordi tra paesi le scelte della politica ricadono, infatti, sul mondo imprenditoriale e su tutti noi che le viviamo anche livello associativo. Oltre alla collaborazione istituzionale abbiamo un bisogno estremo di comunicazione. Conserviamo un Made in Italy di eccellenza, aziende di punta che sono simbolo di un’Italia moderna, capace di innovare e dal grande appeal. Tutto ciò che è italiano è ammantato di fascino che incuriosisce e attira. Serve quindi una comunicazione integrata del prodotto unita al territorio, serve fare ricerca e valorizzare il nostro stile di vita. In tempi di Covid-19 è molto importante lavorare con la comunicazione data la crisi del canale Ho.Re.Ca, bacino che per aziende come la mia rappresentava il 65 per cento delle vendite. La Strategia Ice è improntata sull’orientamento al digitale ed è infatti pronto il progetto della prima fiera smart a 365° organizzata su una piattaforma digitale che consentirà di far incontrare gli operatori solo attraverso le webcam e crea rapporti digitali. In questi mesi – ha evidenziato Jose Rallo – sono cresciuti anche i corsi di sommelier online, a dimostrazione di come sia possibile insegnata a degustazione in maniera digitale. Dobbiamo cambiare modo di vendere e di comunicare, serve lanciare il Made in Italy pensando di essere dei simboli e settori indispensabili ad altri settori differenti”.

Difficile capire quanto sia calato l’export di vini siciliani, considerato che la loro partenza avviene dai porti del Nord Italia in assenza di un identificativo che li “certifichi”, tuttavia non mancano i dati sull’imbottigliamento. “Il 2019 si è chiuso con un totale di 95 milioni di bottiglie ( +19% rispetto al 2018) – analizza il consorzio di tutela Vini Doc Sicilia – contiamo su quasi 25.000 ettari di vigneti rivendicati e 8.354 aziende viticole. Lo scorso anno è continuato anche il trend di crescita (+11% rispetto al 2018) dell’imbottigliato dei vini di altre denominazioni siciliane che prevedono la menzione Sicilia all’interno del loro disciplinare: Cerasuolo di Vittoria Docg, Contea di Sclafani Doc, Contessa Entellina Doc, Eloro Doc, Menfi Doc, Noto Doc, Vittoria Doc. Nel primo quadrimestre del 2020, a causa dell’epidemia Covid-19, si registra un calo dell’11% dell’imbottigliamento rispetto allo stesso periodo del 2019, ma sono dati che evidenziano come la Doc Sicilia abbia limitato il decremento: in un contesto che vede il vino italiano perdere dal 35% al 40% del volume al mese a causa del lockdown, il Nero d’Avola ha un decremento di bottiglie prodotte pari al 5% e il Grillo del 13% rispetto al calo di imbottigliato del 17% dei vini bianchi”.Twitter: @ChiaraBorzi