“I problemi riguardano tutti i settori. Quello delle reggenze negli istituti rappresenta uno dei problemi che si sono manifestati di recente in virtù di un ricorso che ha bloccato le immissioni in ruolo per i concorsi espletati nell’ultima fase. C’è il rischio che in molte scuole non ci siano dirigenti scolastici titolari. Un problema serio che si affianca a quello del dimensionamento scolastico, quindi da una parte si riducono le scuole e dall’altra esse sono senza dirigenti scolastici”. Con queste parole il segretario regionale della Flc Cgil, Adriano Rizza, intervenuto al Quotidiano di Sicilia, commenta le questioni controverse che ogni anno i professionisti del comparto scolastico devono affrontare in Sicilia. Con l’imminente inizio del nuovo anno scolastico essi tornano far parlare di sé e al momento non sembra che si intraveda la luce in fondo al tunnel.
La figura del docente continua a subire i danni più gravi, in quanto “le immissioni in ruolo – prosegue Rizza – non coprono tutti i posti vacanti che ci sono nelle nostre scuole. Così si ledono il diritto al lavoro di persone che hanno svolto più concorsi e l’attività didattica nelle scuole, che dovrebbe essere garantita ai nostri alunni. Quando il docente non è di ruolo tende a essere sostituito. Da interlocuzioni con il Ministero dell’Istruzione sappiamo che tutto è correlato alla disponibilità economica che non c’è”.
“C’è anche il sistema di reclutamento, ovvero tutte quelle modalità per essere immessi in ruolo, che è farraginoso. Chiediamo quindi che le modalità di immissione in ruolo siano più semplici e più efficaci e pratiche nell’interesse dei nostri studenti. Il concorso Pnrr si sta ancora svolgendo e per problemi sarà procrastinato fino al prossimo dicembre. Così si creano ulteriori difficoltà”. Ma ci sono anche le questioni relative all’edilizia e alla climatizzazione delle aule, che di recente stanno tenendo molto in apprensione chi lavora nell’ambito scolastico. Lo stato di agitazione è previsto, anche se per il personale Ata ci sono buone notizie.
“L’inizio dell’anno scolastico – conclude Rizza – è previsto per il prossimo 14 settembre. Le scuole possono anticipare con la delibera del consiglio d’istituto anche di cinque giorni. In una condizione climatica come questa le nostre scuole non sono attrezzate né per fronteggiare il grande caldo, perché non ci sono impianti di climatizzazione che consentono di vivere una condizione buona nelle scuole, né sistemi di riscaldamento necessari quando fa freddo. È un problema legato alle infrastrutture perché ci sono molte scuole che non hanno laboratori, palestre e servizio mensa come andrebbe fatto per promuovere il tempo pieno, per il quale siamo fanalino di coda in tutta Italia”.
“Speriamo che qualcuno si accorga del valore costituzionale della nostra scuola. Lo stato di agitazione è previsto e stiamo aspettando di interloquire con il Ministero, anche perché siamo in fase di rinnovo del contratto collettivo nazionale e sappiamo che anche questa volta non ci saranno risorse adeguate per far sì che il salario per chi lavora nel mondo della scuola abbia la stessa dignità dei colleghi europei. Per il personale Ata sono stati fatti passi avanti, anche riguardo alla figura del direttore dei servizi generali amministrativi, figura apicale anch’essa. Ma molte cose vengono delegate alle scuole e c’è un problema di sicurezza e di carenza di organico, oltre che salariale, per il personale Ata”.
La segretaria regionale della Cisl Scuola, Francesca Bellia, parte dai problemi relativi all’edilizia scolastica, sottolineando come non ci sia progettazione. “Anno scolastico, problemi non nuovi – afferma la Bellia -. Non si sono registrati miglioramenti sulla inadeguatezza e fatiscenza diffusa degli edifici in molte realtà scolastiche. Nonostante le ingenti risorse dei Fondi del Pnrr disponibili da tre anni e destinati all’istruzione, ancora non si registra un miglioramento in tal senso. Paghiamo a caro prezzo la mancanza di progettazione congiunta fra le diverse amministrazioni coinvolte. Il paradosso è che abbiamo scuole con gravi problemi strutturali di edilizia scolastica, ma dotate di strumentazione digitale e tecnologica, in quanto i fondi del Pnrr consentono la più immediata spesa da parte delle scuole”.
Anche le difficoltà nel reclutamento e l’esiguità del numero del personale non docente fanno la loro parte. In entrambi casi il precariato la fa da padrone. “Un sistema di reclutamento che dimostra tutti i suoi limiti – conclude la Bellia – e che dovrebbe essere rivisto con urgenza. Meccanismi farraginosi continuano a produrre precariato, incertezze, caos e un costante contenzioso. A pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico, il sistema è stressato ad assegnare il personale docente e amministrativo entro il primo di settembre. Anche quest’anno è insufficiente la dotazione degli insegnanti di sostegno e del personale Ata. Si continua a non dare risposta al fabbisogno reale. Anche su questo aspetto si preferisce tamponare con il precariato piuttosto che investire stabilizzando il personale in maniera permanente”.
Claudio Parasporo, segretario regionale della Uil Scuola, spiega come i posti per i docenti in Sicilia siano davvero pochi. L’autonomia differenziata inoltre complicherà e non poco le cose. “All’inizio del nuovo anno scolastico – dice Parasporo – siamo sempre alle solite. Abbiamo sempre il problema delle supplenze dei posti di sostegno, dove abbiamo un mare di posti dati in deroga. I supplenti vengono chiamati, ma non vengono mai messi in ruolo. Quest’anno c’è stata la possibilità di entrare ruolo tramite le graduatorie provinciali per le supplenze, che permettono le immissioni in ruolo in deroga. Però visti gli organici abbastanza asfittici non riusciamo ad avere le immissioni in ruolo come le vorremmo, mentre al nord Italia ci sono un sacco di posti. Ci preoccupa l’autonomia differenziata, perché con quello che succederà la Sicilia avrà seri problemi per quello che riguarda la scuola pubblica. Dovrà intervenire la Regione per garantire organici in più. Avremo una scuola all’avanguardia al nord Italia e una scuola in condizioni pietose nel sud. Anche quest’anno abbiamo avuto una perdita di alunni a causa della desertificazione dei territori centrali dell’Isola”.
Per quanto riguarda l’edilizia si “intravede il sole”, ma l’esodo dei giovani che vogliono fare questo lavoro verso il nord continua. “Abbiamo anche il problema – conclude Parasporo – dell’edilizia scolastica, con la mancanza di infrastrutture, e quello delle migrazioni dei giovani, che vogliono intraprendere la carriera di insegnanti e che sono costretti ad andare al nord. Un fatto ancora più grave è il commercio di titoli per fare la raccolta punti per le graduatorie Gps, che portano a spendere soldi per un posto che trovano al nord Italia. Grazie al Pnrr per l’edilizia qualcosa si è mossa, perché stanno facendo diversi lavori negli edifici, ma nelle città più grosse le scuole vengono vandalizzate. Nella zona di Messina l’edilizia scolastica è messa molto male, mentre va meglio a Catania e a Palermo. Ma c’è poco investimento, perché non avendo più le provincie la manutenzione è molto scarsa. Abbiamo scritto al Ministero e all’Ufficio Scolastico Regionale più volte. Noi cerchiamo anche di aiutare quest’ultimo e i provveditorati nello svolgere queste azioni, perché lavoriamo con assegnazioni provvisorie e immissioni in ruolo. Noi spingiamo per la stabilizzazione e per riuscire ad aumentare i posti, perché basta fare classi meno affollate e sistemare chi vuole rientrare”.
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