Impresa

In Sicilia un’impresa su tre si trova nei piccoli Comuni

PALERMO – Contrariamente rispetto a quanto accade nelle realtà settentrionali, in Sicilia le imprese allocate nelle piccole città producono meno rispetto a quanto si verifica nelle grandi città metropolitane. Infatti, secondo quanto rilevato dall’indagine condotta dalla Cgia di Mestre per conto di Asmel (Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali), un terzo delle imprese presenti nell’Isola si trova nelle piccole città con meno di 20 mila abitanti (33%), un’incidenza molto più contenuta rispetto a quella mediamente rilevata a livello nazionale (42%).

Nella nostra regione, invece, si osserva una presenza più importante nei Comuni di medie dimensioni: infatti, il 29% del totale aziende si concentra nelle città con un numero di abitanti compreso tra ventimila e sessantamila (rispetto ad una media nazionale del 22%) e il 10% in quelle tra sessantamila e centomila (la media italiana è dell’8%); mentre appare in linea al valore medio italiano l’incidenza di imprese nei Comuni con un numero di abitanti superiore ai centomila (in entrambi i casi 29%).

In Trentino Alto Adige (64%) e Friuli Venezia Giulia (62%) si rileva l’incidenza maggiormente elevata di imprese nei piccoli Comuni. A seguire troviamo una realtà meridionale, ovvero la Calabria (61%) e a distanza il Veneto (56%). Anche in una grande regione come la Lombardia, si rileva un’incidenza consistente di imprese nei piccoli Comuni (47%, superiore alla media nazionale).

Naturalmente lo stesso scenario si ripropone anche sul fronte occupazionale e produttivo. Infatti, le imprese siciliane site nei Comuni di piccole dimensioni impiegano solo il 28% degli addetti complessivamente operanti nell’Isola, contro una media nazionale pari al 41%. In questo caso, la fetta più consistente viene assorbita dalle imprese allocate nelle grandi città (34%, contro una media nazionale pari al 30%). Ancora una volta, risulta abissale la distanza che ci separa da Friuli Venezia Giulia (63% degli addetti nelle imprese di piccole dimensioni), Trentino Alto Adige (63%) e Veneto (57%). Mentre la Calabria stavolta scivola al quarto posto (54%).

Invece, per quanto attiene al valore aggiunto, l’incidenza percentuale nei Comuni di piccole dimensioni si riduce ulteriormente. Infatti, in questo caso, appena un quarto del valore aggiunto prodotto dalle imprese siciliane si alloca nei Comuni di piccole dimensioni (esattamente il 25%, contro un valore medio ammontante al 38% per l’Italia, complessivamente corrispondente a 286,6 miliardi di euro). Un altro quarto di valore aggiunto è stato prodotto nei Comuni con un numero di abitanti compreso tra ventimila e sessantamila (26%, contro una media nazionale del 20%), il 10% nelle città tra sessantamila e centomila abitanti (rispetto al 7% italiano) e ben il 39% nelle grandi città (35% nello Stivale). Anche in questo caso, dominano la classifica le regioni del Triveneto: Friuli Venezia Giulia con il 64%, Trentino Alto Adige con il 58% e Veneto con il 57%. Tutto sommato, una buona performance è stata prodotta anche in Abruzzo (51%).