Ragusa

Incendi in provincia di Ragusa, protocollo da rivedere

MONTEROSSO ALMO (RG) – Un incendio di vastissime dimensioni ha danneggiato gran parte di contrada Feudo Modica, fra Monterosso Almo e Chiaramonte Gulfi. Anno dopo anno gli incendi devastano parte del territorio ibleo e criminali che agiscono in maniera indisturbata danneggiano tutti i polmoni verdi che faticosamente si è riusciti a conservare.

“Ogni ettaro bruciato – ha sottolineato il vice sindaco di Monterosso, Concetta Giaquinta – è un passo verso un ulteriore impoverimento e una prospettiva di desertificazione. Di fronte all’evidente carenza di un immediato intervento e di una seria strategia di contrasto agli incendi è reale il rischio che corriamo giorno dopo giorno. Non sappiamo cosa abbia originato l’incendio ma si ipotizza che sia stato, come altri focolai, di origine dolosa, causato da gente che non ha consapevolezza del disastro ambientale ed economico che può determinare il suo gesto. Subiamo l’aggressione di chi agisce nell’ombra e resta impunito nonostante il grave disastro prodotto”.

“Diventa vano, di fronte a questi fatti – ha continuato – lo sforzo di valorizzare i nostri boschi che costituiscono un valore ambientale ma anche una delle poche risorse su cui puntare per frenare il lento spopolamento a cui assistiamo a Monterosso. Se questi vengono messi a rischio incendio perdiamo anche la prospettiva di costruire un futuro possibile per Monterosso”.

“Una maggiore prevenzione – ha aggiunto il vice sindaco – una nuova politica occupazionale che preveda nuove assunzioni per sostituire chi va in pensione, la creazione di una rete istituzionale volta a proteggere il bene comune che è il bosco, possono offrirci la speranza di un futuro possibile e migliore”.

La gravità dell’incendio ha ben dimostrato che qualcosa nell’attuazione del protocollo regionale esistente – che punta ad evitare il propagarsi di incendi di tale portata – è andato storto. Doveva essersi sinergia tra tutti gli attori responsabili ma qualcosa non è andato come doveva.

Doveva esserci “piena collaborazione tra azienda demanio forestale, corpo forestale, protezione civile, associazioni di categoria come Confagricoltura e Coldiretti, oltre alle associazioni di volontariato – ha evidenziato il deputato regionale Orazio Ragusa -. Il protocollo si prefigge come obiettivo il monitoraggio completo del territorio che, nel nostro caso, può avvenire in maniera ancora più capillare considerato che la provincia di Ragusa è meno estesa in rapporto ad altri territori provinciali siciliani. È, però, necessario che i controlli possano essere effettuati ovunque, proprio facendo affidamento sullo spirito attuativo del protocollo di cui stiamo parlando”.

“Ognuno dei rappresentanti degli enti e delle associazioni che devono dare attuazione al protocollo – ha aggiunto Ragusa – è chiamato a farsi carico di un’azione di monitoraggio completa, attivando un circuito virtuoso legato alla prevenzione, avviando un percorso di collaborazione il più concreto possibile. Gli strumenti, insomma, ce li abbiamo. Ora, però, dobbiamo cercare di utilizzarli nella maniera più proficua possibile”.