Ambiente

Incendi, un’estate di fuoco da dimenticare. Quattro roghi su 10 divampati in Sicilia

PALERMO – Altra estate caldissima per gli incendi in Sicilia. Lo dicono i numeri rilasciati dal Centro operativo aereo unificato (Coau) del Dipartimento della Protezione civile nel corso della campagna estiva anti-incendio boschivo 2019, iniziata il 15 giugno scorso e conclusa il 30 settembre, che ha certificato 805 richieste di soccorso aereo, con il 40% che ha riguardato l’Isola. Non si tratta di numeri esaustivi sui roghi che hanno coinvolto l’Italia, ma, appunto, delle richieste trasmesse al Coau.

I NUMERI NAZIONALI
Rispetto allo scorso anno ce ne sono state 600 in più, anche se bisogna considerare l’eccezionalità della stagione 2018 che è stata quella col più basso numero di richieste dell’ultimo decennio. In riferimento alla stagione che si è appena conclusa, “nel corso delle operazioni di supporto aereo alle squadre e ai velivoli antincendio locali – si legge nella nota pubblicata sul sito della Protezione civile nazionale (protezionecivile.gov.it) –, la flotta aerea dello Stato ha effettuato 1.719 ore di volo, e 16.534 lanci con oltre 100 milioni di litri di estinguente”.

Le operazioni degli equipaggi italiani si sono svolte anche in Grecia, nell’ambito del Meccanismo di protezione civile europeo. Per la stagione estiva 2019, si riporta dalle informazioni fornite dalla Protezione civile, la flotta nazionale nel suo massimo impiego è stata composta da 31 mezzi aerei – di cui 22 del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (15 Canadair, 4 elicotteri Erickson S64F e altri 3 velivoli), 7 elicotteri delle Forze Armate e 2 elicotteri dei Carabinieri.

INTERVENTI REGIONALI DOMINA LA SICILIA
In termini di distribuzione sul territorio nazionale, non c’è partita e si conferma la tradizione che vuole la Sicilia, ormai da molti anni, ai primi posti per numero di incendi e per superficie percorsa dal fuoco. Nel corso del 2019, il maggior numero di richieste è arrivato, appunto, dall’Isola, con 305 chiamate. Al secondo posto si trova la Calabria, con 192, circa un centinaio di meno. In altri termini queste due regioni, accomunate da questa epidemia d’incendi, mettono assieme il 60% del totale delle richieste. La Sicilia, da sola, ne vale circa il 40%.

IL CLAMOROSO CASO DELLA PLAIA DI CATANIA
Tra le emergenze di questa estate, ce ne è stata una che ha destato particolare scalpore per essersi verificata in una delle aree più frequentate della città di Catania, quella di Viale Kennedy, che d’estate è presa d’assalto dai tantissimi fruitori del mare etneo. Se ne è discusso lunedì scorso nella sede di San Giovanni La Punta del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza della Regione Siciliana, nel corso di un incontro promosso su richiesta del governatore, Nello Musumeci, e del capo del Dipartimento, Calogero Foti.

Nel corso della riunione sono state individuate nuove vie di fuga, in modo da alleggerire il carico di Viale Kennedy ed è inoltre emersa l’esigenza di dotare l’area di bocche di approvvigionamento idrico per le unità dei vigili del fuoco. Via libera, secondo quanto emerso alla fine dell’incontro, anche a interventi non strutturali per aumentare la sicurezza, come il censimento degli alberi d’alto fusto, la ricognizione delle aree abbandonate per provvedere alla pulizia e la creazione di due presidi.