Appaiono in miglioramento le condizioni di Kamel Zouali, il tunisino coinvolto nel rogo causato dal figlio ventinovenne Wajdi lo scorso 13 giugno nella loro casa di Vittoria. L’uomo, ricoverato al Civico di Palermo con ustioni sul 40% del corpo, ha aperto gli occhi riuscendo a comunicare. La figlia minore Omaima si trova invece ricoverata al Cannizzaro di Catania: le sue condizioni sono ancora gravi, anche se in lieve miglioramento. Wajdi Zouali si trova attualmente rinchiuso nel carcere di Ragusa, in isolamento e continuamente vigilato.
Il ragazzo, nella notte tra il 12 e il 13 giugno scorso, ha appiccato le fiamme nell’abitazione di piazza Unità dopo una lite familiare. Il rogo ha causato la morte della madre Miriam e della sorella maggiore Sameh. Scampata alla strage l’altra sorella Ebtisem, che si trovava a Torino, dove studia, ed è tornata in Sicilia pochi giorni fa. Il giovane è stato fermato dalla polizia mentre vagava in una zona di campagna. È in stato di fermo. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori sarebbe stato il giovane, al culmine di una lite familiare, ad appiccare il rogo; avrebbe ammassato dei copertoni davanti alla casa, dando poi fuoco con una torcia avvolta in uno straccio imbevuto di liquido infiammabile. Le fiamme, che hanno distrutto l’abitazione, sono state spente dai vigili del fuoco dopo diverse ore. La famiglia di origine tunisine viveva da diversi anni a Vittoria, integrata con la comunità locale e con quella islamica formata da moltissimi magrebini che lavorano nelle campagne del ragusano.
Il sindaco, Francesco Aiello, ha proclamato una giornata di lutto cittadino nel giorno del funerale di Mariam, inviando un messaggio di cordoglio a nome dell’amministrazione comunale: “Esprimiamo profondo cordoglio – scrive Aiello – L’intera collettività è vicina alla famiglia in questo momento di immenso dolore. L’amministrazione è a disposizione per i bisogni di questo tragico momento”.
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