Cronaca

Un nuovo incendio nell’impianto Kalat di Grammichele: “Regia criminale”

Sono le 21 circa del 7 ottobre quando le fiamme iniziano a propagarsi all’interno dell’impianto di Kalat sito in contrada Poggiarelli nel territorio di Grammichele, nel calatino. Il rogo sarebbe divampato dai materiali di sovvallo, lo scarto che viene fuori dal composto.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno interrotto il fronte dell’incendio con le motopale riuscendo a contenere il danno. Tutto questo alla vigilia della riunione in prefettura sulla vicenda dei lavoratori in cassa integrazione dopo l’incendio del luglio 2021, che si è tenuta oggi.

L’incendio all’impianto Kalat di Grammichele, il commento

“È assolutamente inquietante che questo incendio accada la sera del giorno prima nel quale si deve svolgere la riunione in prefettura sulla vicenda di Kalat. Mi pare evidente come si tratti ancora una volta di un incendio doloso e mi pare altresì evidente di come ci sia una regia criminale che tende a impedire che il calatino torni a dotarsi di un sistema pubblico di gestione raccolta dei rifiuti”, afferma – in esclusiva al Quotidiano di Sicilia – il primo cittadino di Caltagirone, Fabio Roccuzzo a cui fa eco anche il collega grammichelese Pippo Greco: “Questa riunione era una riunione già programmata con il Prefetto, questo incendio devastante arriva in un momento delicatissimo della vita della società perché abbiamo ricevuto il finanziamento da parte della Regione. La coincidenza delle date è molto strana. Adesso stabiliremo una serie di iniziative per difendere l’impianto, l’unica società pubblica rimasta nel campo della lavorazione dei rifiuti”.

Lunedì sera, sul luogo dell’incendio erano presenti anche i sindaci di San Michele di Ganzaria e di Mineo, Danilo Parasole e Giuseppe Mistretta. Quest’ultimo spiega: “La riunione di oggi era per la salvaguardia dei lavoratori che si trovano in cassa integrazione, tra l’altro con l’ultima proroga, a seguito del precedente incendio quando fu danneggiata la struttura di impianto di trattamento dei rifiuti di plastica, carta e metallo”. Così i lavoratori che erano stati assunti a tempo indeterminato non avevano più ragione d’essere.

Ora quell’impianto è stato finanziato con 14 milioni di euro anche se “ancora il finanziamento non è arrivato e quindi ci sono ritardi”, continua Mistretta: “Abbiamo rinnovato la cassa integrazione ma agli operai a dicembre scadrà la proroga rimarranno assolutamente fuori, motivo per cui era stata organizzata questa riunione”. Ma, a seguito di questo ulteriore incendio che sembrerebbe essere anch’esso di origine dolosa, l’azienda è destinata a fallire. “Se continuiamo di questo passo rischiamo di bruciare tutto. Già col primo incendio abbiamo mandato in fumo mezzo milione di euro nei bilanci, l’azienda sta andando in crisi per via dei ripetuti incendi che ha subito e continua a subire”.

Oltre ai dipendenti senza un posto di lavoro i comuni corrono un altro rischio, quello del dissesto: quello di Kalat infatti è l’unico impianto di compostaggio pubblico che c’è “se dovessimo portare anche il compost, che è stato oggetto dell’incendio della sera scorsa, all’esterno – aggiunge il sindaco di Mineo – ci costerebbe 10 milioni di euro l’anno. Già stiamo pagando in questo momento dei costi maggiori per lo smaltimento della plastica, della carta, perché l’impianto è chiuso e quindi stiamo caricando sulle spalle dei cittadini quelli che sono i danni dell’incendio precedente. Di cosa stiamo parlando?”.

Il caso dei lavoratori

Gli operai, dunque, sarebbero in cassa malattia perché parti dell’impianti in cui avrebbero dovuto lavorare sono andate a fuoco. “Al momento – aggiunge Giuseppe Mistretta – non abbiamo le prove ma su quattro incendi almeno tre sono di origine dolosa: nessuno l’ha smentito e nessuno l’ha affermato. Ora questo incendio che scoppia alla vigilia dell’incontro in prefettura che segnale è? Per giunta sull’unico impianto pubblico di trattamento di rifiuti in Sicilia. Quindi per me prima è un problema di sicurezza e di ripristino della legalità ed essendo una condizione straordinaria vanno trattati in maniera straordinaria i lavoratori, va fatto subito il decreto per il finanziamento, vanno accorciati i tempi perché c’è un problema di tenuta socio economica del territorio”.

In merito, il sindaco di Caltagirone Roccuzzo evidenzia: “Abbiamo avuto garanzia dall’Assessorato regionale che il decreto di finanziamento verrà emesso a ore o tutto al più oggi e questo consentirà indubbiamente la ricostruzione dell’impianto a prescindere dall’incendio. Inoltre, tutti i sindaci all’unanimità abbiamo espresso – proprio in vista dell’avvio dei lavori – grande preoccupazione e chiesto alla prefettura di farsi carico e interprete di questo bisogno affinché attivi tutti gli strumenti necessari”.

Adesso, i sindaci del calatino chiedono un intervento forte da parte dello Stato e attendono che il prefetto convochi, nei prossimi giorni, il comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza.

Al momento, quello che si può dire è che l’unico impianto pubblico di trattamento di rifiuti ha già subito danni ingenti in passato, e che per ripristinarlo ha ricevuto un finanziamento di 14 milioni di euro. Allo stesso tempo, però, se l’impianto non dovesse entrare in funzionamento il prima possibile l’azienda rischia il fallimento e seguirà la Srl “ma non solo – conclude Mistretta – il problema è che i rifiuti verranno portati presso impianti privati siciliani”.

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