Nella giornata di ieri i carabinieri della stazione di Stromboli hanno ultimato gli interrogatori di tutte le persone sospettate di avere avuto un ruolo nell’incendio che ha distrutto buona parte del polmone naturale dell’isola, nel tratto che va dalla sede della Protezione civile, dove si svolgevano le riprese della fiction, sino a Piscità e al molo di Scari. I militari stanno cercando di individuare gli autori materiali dell’incendio e appurare nel frattempo se la troupe avesse tutte le autorizzazioni per effettuare – come rivela lo stesso sindaco dell’Arcipelago Marco Giorgianni – un incendio simulato con effetti speciali che alla fine si è pero purtroppo rivelato reale sino al punto di mandare in cenere mezza isola. Tra i soggetti interrogati ci sarebbero anche i componenti di quella squadra di vigili del fuoco che è stata al centro dell’indagine per la presunta presenza o non presenza nel luogo dal quale è partito l’incendio.
I carabinieri a questo punto, ultimato il fascicolo lo invieranno alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto che ha aperto una indagine. I reati ipotizzati sarebbero disastro ambientale e incendio doloso ed è stata una fortuna che non ci siano stati né feriti, né morti. Da quanto emerge, la scena della fiction incriminata sarebbe quella in cui alcune persone si ritroverebbero in un’abitazione circondate da fiamme e alcuni uomini della Protezione civile sarebbero all’opera per salvarli.
Le attenzioni degli inquirenti sono rivolte anche su altri fronti per capire, realmente, quali siano le autorizzazioni in mano alla troupe e se questa abbia agito senza avere quelle idonee, magari con una superficialità disarmante in un pomeriggio di forte Scirocco. Il sindaco, in una nostra intervista (qui sotto) ha detto chiaramente che il Comune non aveva rilasciato alcuna autorizzazione per simulare alcun rogo e ha ricordato che “vige tuttora sulle isole una sua ordinanza sindacale che vieta qualsiasi accensione di fiamme quando soffia il vento di Scirocco”.
Ci sono altri tre punti sui quali si incentra l’attenzione delle autorità sia investigative che non. Il primo, considerato importantissimo, è il nodo del possibile non funzionamento della rete di sensori che corre per tutta l’isola. Si tratta di un sofisticato sistema della Protezione civile e dell’Ingv per monitorare l’attività del vulcano e prevenire eventuali eruzioni che potrebbero interessare il versante abitato. Se questa rete dovesse essere andata distrutta dal fuoco si porrebbe all’attenzione il tema della tutela delle popolazioni che abitano l’isola sia d’inverno che d’estate quando le presenze si decuplicano. Il secondo tema riguarda le piogge autunnali. In assenza di vegetazione i tecnici temono che l’abitato questo inverno possa essere intereressato da smottamenti del terreno consistenti.
Terzo e ultimo punto, altrettanto importante, si riferisce ai danni turistici. Già sull’isola starebbero fioccando le disdette turistiche, soprattuto quelle relative al turismo naturalistico perché anche gli splendidi sentieri che portano sino alla quota consentita del vulcano sono andati distrutti. Inoltre ci sono anche i danni che hanno patito i coltivatori delle vigne anche di malvasia andate incenerite.
Sull’evidente contraccolpo turistico Federalberghi Eolie, per bocca del suo presidente Christian Del Bono, chiede interventi alle autorità e approva la richiesta dello stato di calamità che il sindaco Girogianni si accinge a chiedere ai governi nazionale e regionale. “Come già sottolineato dal sindaco – scrive Federalberghi – non c’è nessuna intenzione di lasciar correre su eventuali responsabilità. Viste le ripercussioni negative sulla comunità, si chiede agli organi preposti di attivarsi senza indugio e con la massima attenzione ad accertare eventuali quanto purtroppo evidenti responsabilità, favorire le forze dell’ordine nell’accertamento delle stesse, avviare una puntale ricognizione dei danni subiti per porre in essere ogni forma di risarcimento. E porre in essere ogni azione di attenta e competente rinaturalizzazione delle aree interessate dall’incendio oltre ad attivare così come ogni altra azione volta a compensare il grave danno ambientale arrecato anche nell’intento di evitare che un simile episodio abbia a ripetersi”. Da Federalberghi parte un grido e un appello affinché sul disastro di Stromboli non cali in pochi giorni il silenzio. Vediamo cosa accadrà.
Sono passate poco più di 24 ore dallo spegnimento dell’enorme rogo che ha devastato l’isola di Stromboli, bruciando diversi ettari e mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini e delle loro case, creando un disastro ambientale gravissimo. Tanti i dubbi da chiarire (la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha avviato le indagini), di sicuro c’è la paternità del rogo, probabilmente da attribuire allo staff dell’agenzia che stava, ironia della sorte, realizzando le scene di un film tv sulla Protezione civile. Ne abbiamo parlato con il sindaco di Lipari Marco Giorgianni.
Sindaco, c’è un rimpallo sulle responsabilità per il rogo di Stromboli. Nessuno sembra aver concesso alcun visto alla società cinematografica. Ma allora cosa è accaduto?
“Innanzitutto c’è una indagine giudiziaria in corso e saranno gli inquirenti ad accertare come realmente sono andate le cose. Dal canto mio, come ho ripetuto più volte ieri, il Comune non ha dato alcuna autorizzazione alla società per appiccare fuochi o quant’altro e questa autorizzazione non spetterebbe neanche ai vigili del fuoco. Abbiamo le carte che attestano cosa è stato concesso allo staff cinematografico e cosa no e noi abbiamo concesso la sola autorizzazione a salire sopra i 400 metri. Per il resto essendo anche area di pre-riserva le autorizzazioni andavano richieste e ottenute da altri enti. Tra l’altro noi abbiamo autorizzato l’accesso per il 14 maggio e non per il giorno 25, quello del disastro”.
In che senso?
“Il 14 maggio abbiamo autorizzato la ditta ad andare a quota 400 metri, precisando che le altre autorizzazioni avrebbero dovuto essere richieste agli altri enti competenti”.
Ma cosa aveva chiesto al Comune la ditta cinematografica?
“Hanno inviato un programma dettagliato. In un dato giorno era previsto l’utilizzo di un elicottero. In un altro, il 14 maggio, era prevista la simulazione di un incendio da produrre con effetti speciali assistiti dai vigili del fuoco. Ma proprio il 14 le riprese sono saltate perché proprio quel giorno c’è stata a Stromboli una violenta esplosione del vulcano. Successivamente hanno inviato in Comune un’altra richiesta spiegando che avrebbero voluto rimandare le riprese per il 26, 27 e 28 maggio. Noi abbiamo risposto che l’autorizzazione data per il 14 valeva per uno dei tre giorni, ma abbiamo ribadito che l’autorizzazione valeva soltanto per questioni di competenza del Comune, non certamente per un fuoco, anche se simulato. Inoltre, nell’ultima lettera inviataci, la indicazione di simulazione di incendio era tra l’altro sparita”.
Ma allora cosa è successo visto che né lei, né la Forestale avete dato le autorizzazioni?
“Qui sono gli inquirenti che dovranno dire cosa è accaduto. Ma ammettiamo pure che qualche altro ente abbia dato una qualsivoglia autorizzazione. Vige in quella zona il divieto emesso dal Comune d Lipari di non appiccare alcun fuoco soprattutto nei giorni di vento di Scirocco”.
E il 25 c’era o no vento di Scirocco?
“C’erano raffiche a tratti violente. Se non ci fosse stato il vento il disastro non si sarebbe verificato…”
Un disastro enorme… E adesso?
“Noi oltre ai contraccolpi evidenti alla macchina turistica temiamo anche cosa potrebbe accadere alle prime piogge autunnali visto che non ci sono più alberi e piante che conterranno il fango. Ma c’è un problema ancora più grave, che riguarda i sensori installati a monitoraggio del vulcano. Non sappiamo se il fuoco li ha bruciati o danneggiati. Se non dovessero funzionare a dovere sarà un problema serio per la salvaguardia dell’abitato, perché per ricostruire il monitoraggio dello Stromboli ci vorrà del tempo, oltre ai costi… Per questo mi accingo a firmare la richiesta di stato di calamità che invierò alla Regione e al governo per gli opportuni e celeri interventi”.