Lavoro e giovani. Il governo punta alla riduzione dei Neet, ovvero i giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi di formazione, dal 19% attuale al 9%. Lo ha detto nei giorni scorsi la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, nel corso di un Question time.
“Il cosiddetto Decreto Lavoro (approvato nei giorni scorsi, ndr) prevede il riconoscimento per i datori di lavoro privati di un incentivo (pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali) per le nuove assunzioni, effettuate dal 1° giugno al 31 dicembre 2023, di giovani inoccupati che non abbiano compiuto il trentunesimo anno di età e che siano registrati al Programma operativo nazionale Iniziativa occupazione giovani”, ha precisato la ministra.
La misura prevista dal decreto Lavoro è cumulabile con gli sconti per chi assume under 36, anche se in quest’ultimo caso scende al 20%.
La previsione del decreto permette di utilizzare o di riprogrammare per il 2023 e il 2024 oltre 800 milioni di euro di fondi europei, relativi al Programma nazionale giovani, al Pon Sistemi di Politiche attive per l’occupazione (Spao) e al Pon Iniziativa occupazione giovani (IOG).
Neet è un acronimo – Neither in employment nor in education or training – e indica appunto quella fascia di popolazione giovanile che non lavora e non studia.
Secondo i dati Eurostat analizzati in un rapporto di ActionAid e Cgil, nel 2020 i Neet in Italia erano il 25,1% della popolazione dai 15 ai 34 anni: più di tre milioni. In prevalenza si trovano al Sud.
I requisiti che i Neet devono avere per far parte di questo progetto: non aver compiuto 30 anni alla data dell’assunzione, non essere occupati né inseriti in corsi di studio o di formazione, essere iscritti al Pon “Iniziativa Occupazione Giovani”. Il datore di lavoro è tenuto a ottenere dal Neet che intende assumere l’attestazione rilasciata dal centro per l’impiego che certifica l’iscrizione.