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Inchiesta Fanpage su FdI, il Barone Nero avvisa, “Non fate finta di non conoscerci” – video

“Nel nostro movimento non c’è alcuno spazio per atteggiamenti ambigui sull’antisemitismo e sul razzismo, per il paranazismo da operetta o per rapporti con ambienti dai quali siamo distanti anni luce” aveva detto Giorgia Meloni, chiedendo a Fanpage di vedere tutto il girato dell’inchiesta sotto copertura che ha portato la Procura della Repubblica di Milano ad aprire un fascicolo per finanziamento illecito ai partiti e l’eurodeputato di FdI Carlo Fidanza ad autosospendersi.

Le parole della Meloni – e quelle successive del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, secondo il quale FdI non ha “mai avuto a che fare con nazisti, razzisti, li abbiamo sempre cacciati a pedate” – non sono però piaciute a Roberto Jonghi Lavarini, detto il barone nero, condannato nel 2020 a due anni per apologia del fascismo e al centro dell’inchiesta di Fanpage sui finanziamenti a Fratelli d’Italia.

Jonghi Lavarini in un post diffuso sui social ha scritto: “Sono assolutamente indipendente e apartitico ma nessuno faccia finta di non conoscermi o, peggio, si permetta di offendere gratuitamente me e la comunità di veri patrioti che, mio malgrado, in questo frangente, ho l’onore e onere di rappresentare”.

“Il 5% di voti della ‘destra radicale’ – continua il post – fa gola a tutti ed è indispensabile per vincere qualunque sfida bipolare, nei comuni e nelle Regioni, come nelle elezioni politiche”.

E perché il messaggio arrivasse forte e chiaro, ha postato anche le foto che lo ritraggono con Giorgia Meloni, leader di FdI (partito nel quale il “barone nero” è stato candidato alla Camera nel 2018), e con il capo della Lega Matteo Salvini.

Dell’inchiesta, filmata e trasmessa da Piazzapulita su La 7, il Qds.it vi aveva parlato ieri.

E’ stata realizzata con il sistema dell’insider, il giornalista sotto copertura, tra esponenti di Fdi a Milano. Il giornalista, tre anni fa, si è finto un imprenditore al quale interessava finanziare un gruppo politico italiano per ottenere vantaggi per i propri affari e ha iniziato a frequentare personaggi di estrema destra che, a Milano, ruotavano attorno a Roberto Jonghi Lavarini, che gli presentò Carlo Fidanza, cominciando a frequentare le riunioni di FdI per le elezioni a Milano a sostegno della candidatura al Consiglio comunale dell’avvocato Chiara Valcepina. Riunioni in cui si parlava di finanziamenti al partito, con Lavarini che spiegava di avere “una serie di lavatrici”.

Durante alcune riunioni del gruppo, inoltre, con la telecamera nascosta si riprendevano anche battute su negri, ebrei, migranti e riferimenti al discorso di Hitler alla birreria di Monaco di Hitler, oltre a commenti sessisti. La telecamera nascosta riprende poi Lavarini, che sostiene di essere parte di “un gruppo trasversale, diciamo esoterico, dove ci sono diversi massoni. Poi c’è tutto un filone di ammiratori di Hitler, in più abbiamo un nostro informale servizio di informazioni e sicurezza, abbiamo una rete di ex militari”. Un’organizzazione trasversale ai partiti “all’interno del centrodestra, non solo nella Lega ma anche in Fratelli d’Italia e persino Forza Italia”.

Direttore Fanpage, dato tutto ai Pm

Intanto, in un’intervista al Corriere della sera, Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, la testata che ha realizzato l’inchiesta “Lobby nera”, ha difeso il lavoro dei suoi giornalisti: “Non è stata una “polpetta avvelenata”, né “un’inchiesta a orologeria”, ma “un lungo lavoro svolto in maniera rigorosa”.

“Quando un’inchiesta riguarda un candidato – ha aggiunto -, credo che per l’interesse pubblico debba andare in onda prima delle elezioni. Inoltre, è stato un esperimento: una collaborazione tra una testata web e un programma televisivo, ‘Piazzapulita’, motivo per cui è stato trasmesso giovedì sera”.

Alla domanda se le 100 ore di girato saranno consegnate alla leader di FdI, Giorgia Meloni, Cancellato ha risposto che “il girato oggetto della prima puntata sarà acquisito dalla Procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo. Poi, a mio parere questa è una forzatura: se Giorgia Meloni ritiene che l’inchiesta sia stata ‘montata ad arte’, ha tutti gli strumenti giuridici per far valere le sue ragioni. Ma le dico una cosa: un saluto romano non si trasforma in una stretta di mano”.

“Non ritengo – ha sottolineato – che l’apologia del fascismo sia folklore. In quelle sequenze ci sono dichiarazioni gravi – i canti e i riferimenti al nazismo, l’uscita sulle bombe sulle barche cariche di migranti – tanto più se fatte da o alla presenza di candidati. Poi c’è anche il tema rilevante delle forme di finanziamento, che se confermato sarebbe un illecito”.

“Credo – ha concluso – che Giorgia Meloni abbia detto cose importanti: che quello che ha visto è inquietante, e che prenderà provvedimenti. Me lo auguro”.

Meloni, tutto studiato a tavolino

“Per quanto si possa fingere di non vederlo, era tutto studiato. Scientificamente, a tavolino. A due giorni dalle elezioni. Non da Fanpage, ma da un intero circuito, o circo, se vogliamo”.

Lo dice Giorgia Meloni, con un video pubblicato sui social sulla vicenda legata al servizio di Fanpage trasmesso da Piazzapulita e relativo alla condotta di alcuni esponenti di Fdi nella campagna elettorale per le elezioni comunali di Milano.