PALERMO – Funzionari dell’Inl (Ispettorato nazionale lavoro) e dell’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). Dipendenti del Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (Spresal). Funzionari della Regione Siciliana. Nucleo ispettivo Inps (Istituto nazionale della previdenza sociale). I Carabinieri con il reparto Nil (Nucleo ispettorato lavoro). La Guardia di Finanza. Provengono da molteplici enti o dipartimenti, si occupano delle più svariate funzioni, ma sono tutti ascrivibili alla macro area degli ispettori del lavoro che operano in Sicilia. Sulla carta, un esercito di funzionari in grado di visitare con costanza le aziende presenti nell’Isola; in pratica, un numero estremamente sottodimensionato rispetto alle esigenze di una terra nella quale il numero di morti e feriti sul lavoro, dati Inail alla mano, continua a crescere.
Nei primi dieci mesi del 2024 sono stati registrati 71 decessi sul lavoro in Sicilia, con un incremento del 24% rispetto all’anno precedente. Questo dato si inserisce in un contesto più ampio, dove nei primi sette mesi del 2024 si sono verificati 50 morti (+51,5% del 2023). E nel 94% delle ispezioni effettuate negli ultimi sei mesi dagli ispettori Inail sono state rilevate irregolarità.
La questione delle ispezioni sul lavoro in Sicilia mette in evidenza un sistema caratterizzato da frammentazione, carenze croniche di personale e mancate riforme…