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Incidenti sul lavoro, al via patente a punti nei cantieri

Scatta da domani, martedì 1° ottobre, la patente a punti per le imprese e per i lavoratori autonomi che lavorano nei cantieri, lo strumento messo in campo dal governo contro gli incidenti e le vittime sul lavoro. La domanda va presentata entro il 31 ottobre: senza questa richiesta non si potrà operare nei cantieri e bisognerà fermare l’attività a partire dal 1° novembre.

I primi passi

Si partirà con un punteggio di 30 punti, che possono essere incrementati senza incidenti o con certificazioni di sicurezza, ma che possono anche essere decurtati fino a portare alla chiusura dell’attività per 12 mesi.

Gli obiettivi della patente a punti nei cantieri

La patente a crediti nei cantieri nasce con l’obiettivo di responsabilizzare le imprese e creare un sistema di incentivi per l’adozione di misure di sicurezza sul lavoro più rigorose. Nel concreto, la patente a punti funzionerà come un vero e proprio “permesso di lavoro” per le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri. A partire da un punteggio iniziale di 30, le aziende potranno accumulare fino a 100 crediti in base a comportamenti virtuosi, mentre violazioni delle norme sulla sicurezza comporteranno decurtazioni. Un punteggio inferiore a 15 crediti impedirà l’operatività nei cantieri.

Non solo, come evidenzia l’avvocato Ugo Ettore Di Stefano, Senior Partner e responsabile del Dipartimento Privacy & Corporate Compliance di Lexellent, “le imprese trovate senza patente o con meno di 15 punti rischiano sanzioni pari al 10% dell’importo dei lavori, accanto all’espulsione dalla partecipazione a lavori pubblici per 6 mesi”. “Per non parlare della tutt’altro che ipotetica possibilità – avverte – di un provvedimento anche di sospensione della patente in caso di infortuni con morte o inabilità permanente del lavoratore. In questo caso, saranno gli ispettori del lavoro a verificare il nesso causale tra l’infortunio e il comportamento del datore di lavoro”.

A far discutere, prosegue Di Stefano, è “se il sistema dei punti, delle decurtazioni e del recupero, sia davvero efficace o troppo permissivo, ma probabilmente solo la sperimentazione sul campo potrà aiutare a correggere le eventuali distorsioni e a far sì che non vengano aggirate le norme, per esempio mediante operazioni societarie”. “Resta da dire che le imprese probabilmente non hanno ancora pienamente compreso l’impatto di questa normativa sugli adempimenti in materia di sicurezza sul lavoro. Le nuove regole non valgono infatti per le sole imprese edili, ma per tutte le imprese e anche i lavoratori autonomi che operano fisicamente nei cantieri, ad esclusione delle prestazioni intellettuali come ad esempio ingegneri, architetti, etc.”, puntualizza.

Ecco come averla

Per ottenere la patente, le imprese dovranno soddisfare sei requisiti fondamentali, tra cui l’iscrizione alla Camera di commercio, l’adempimento degli obblighi formativi previsti dal Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, il possesso dei documenti unici di regolarità contributiva (Durc) e fiscale (Durf), il possesso del documento di valutazione dei rischi (Dvr), l’avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp).

“Una criticità – rileva Dimitri Cerioli, consulente del Lavoro di Nexus Hrs – è rappresentata dalla richiesta del Durf, documento che non viene rilasciato in tempi brevi. Non solo, per ottenerlo occorre essere in attività da almeno tre anni e avere effettuato versamenti in conto fiscale nel triennio precedente per un ammontare non inferiore al 10% dei ricavi dichiarati. Requisiti che alcune imprese, pur operando correttamente da anni, potrebbero non riuscire a soddisfare. Su questo aspetto sarebbe opportuno un chiarimento ulteriore da parte dell’Ispettorato nazionale del Lavoro. Non tutti e sei i requisiti saranno, però, richiesti a tutte le categorie di soggetti richiedenti: ad esempio, il Dvr non è obbligatorio per i lavoratori autonomi e le imprese prive di lavoratori”.

Prosegue Cerioli: “Come in passato, il settore edile fa da apripista a novità legislative importanti: la comunicazione di assunzione preventiva, il Durc, gli indici di congruità della manodopera. La patente a crediti è di fatto un sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi che è destinato ad allargare i propri confini: la disposizione potrà essere in futuro estesa ad altri ambiti di attività da individuarsi con decreto del ministro del Lavoro, in seguito alla stipula di accordi a livello nazionale dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative”.

L’influenza

Tutti concordi nell’affermare come il nuovo sistema della patente a crediti andrà a influenzare l’intero ecosistema del settore edile: da un lato, rivelandosi uno strumento di selezione e incentivo per le imprese più virtuose e, dall’altro, determinando nuove responsabilità per i committenti. “Così come congegnata, la neonata patente a punti nel campo dell’edilizia potrebbe diventare lo strumento idoneo a determinare una sorta di rating tra gli operatori di settore basato sulla loro virtuosità e capace, in ultima analisi, di guidare la scelta dei committenti verso appaltatori rispettosi delle norme”, evidenzia Marco Lanzani, Partner dello studio legale Ughi e Nunziante.

“Se poi agli appaltatori virtuosi con più punti sulla patente venisse garantita anche una diminuzione dei premi Inail, così da avere un risparmio sul costo del lavoro, si potrebbe creare un meccanismo tale – spiega – da rendere economicamente non conveniente al committente di rivolgersi ad appaltatori con pochi punti. In attesa della sua concreta applicazione, tale sistema sembrerebbe essere un’iniziativa valida a migliorare le condizioni di sicurezza e legalità all’interno di un settore caratterizzato da ampio numero di infortuni molto spesso dovuto all’inadeguatezza delle misure di sicurezza adottate nei confronti dei lavoratori. L’idea alla base del provvedimento sembra, insomma, avere le carte in regola per introdurre significativi elementi di novità nell’ambito della sicurezza del lavoro e potrebbe essere facilmente esportato in altri settori produttivi dove il tema sicurezza è altrettanto scottante, quali quello industriale e del trasporto e logistica”.

Le implicazioni

L’avvocato Valentina Pepe, Partner di Pepe & Associati, mette in luce le implicazioni per i committenti: “Partiamo dall’individuazione dei soggetti che ricadono nell’ambito di applicazione dell’art. 27, d.lgs. 81/2008, ossia ‘le imprese – non necessariamente qualificabili come imprese edili – e i lavoratori autonomi che operano ‘fisicamente’ nei cantieri’ andando ad ampliare, potenzialmente, il bacino dei soggetti tenuti al possesso della patente, attraverso una formulazione che potrebbe determinare dubbi interpretavi circa l’ambito di applicazione soggettivo”.

“Altro elemento di attenzione, per le implicazioni operative, emerge – continua – dalla previsione di una disciplina relativa al ‘periodo transitorio’ fino al 31 ottobre 2024, durante il quale gli operatori potranno presentare una autocertificazione/dichiarazione sostitutiva circa il possesso dei requisiti richiesti dall’art. 27, d.lgs. 81/08, fermo il divieto di operare in cantiere, oltre il 31.10.2024, in assenza di richiesta di rilascio della Patente tramite apposito portale. La circolare si sofferma, ancora, sulle ipotesi sospensione della patente, che può arrivare sino a 12 mesi, e di revoca della patente, introducendo elementi di notevole discrezionalità in capo all’autorità circa l’adozione o meno dei suddetti provvedimenti nonché in merito alle tempistiche di loro adozione”.

“Tali elementi di complessità, in ultima analisi, vanno a riverberarsi – precisa – non solo sugli appaltatori ma anche sulle imprese committenti. Come ricorda infatti la stessa circolare dell’Ispettorato, a norma dell’art. 157 del d.lgs. n. 81/2008, sono previste sanzioni amministrative a carico del committente o del responsabile dei lavori in caso di omessa verifica del possesso della patente o del documento equivalente nei confronti delle imprese esecutrici o dei lavoratori autonomi, anche nei casi di subappalto. Ecco che, pertanto, sarà fondamentale per le imprese committenti non solo apprestare un adeguato sistema di controllo nella fase di selezione degli appaltatori, ma anche strutturare, sulla base delle istruzioni operative contenute nelle circolare dell’Inl, adeguati sistemi di monitoraggio in fase di esecuzione dei lavori, per verificare il mantenimento della Patente e degli altri titoli abilitativi in capo ai soggetti operanti nel cantiere”.

Le conclusioni generali

Nonostante la patente a punti stia sollevando alcune preoccupazioni riguardo la complessità del sistema e i tempi stretti per l’adeguamento, gli esperti concordano, dunque, sul suo potenziale nel migliorare significativamente la sicurezza nei cantieri e sulla possibilità di essere estesa in futuro ad altri settori produttivi ad alto rischio, aiutando a ridurre l’alto numero di infortuni causati dalla mancata adozione delle misure di sicurezza sui lavoratori.