Si è svolta questa mattina, nella Sala della Pace della Comunità di Sant’Egidio a Roma, la conferenza su “Disagio sociale e povertà: rispondere alla crisi”. L’evento ha permesso di presentare l’esperienza delle Case dell’Amicizia di Sant’Egidio a favore delle fasce più fragili della popolazione e i risultati del progetto “L’anno che verrà”, portato avanti in collaborazione con UniCredit.
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All’evento, aperto con i saluti del viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali con delega al Terzo settore, Maria Teresa Bellucci, dell’assessore all’Inclusione sociale della Regione Lazio, Massimiliano Maselli e dell’assessore alle Politiche sociali di Roma Capitale, Barbara Funari, sono intervenuti il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, il Deputy Head per l’Italia di UniCredit, Remo Taricani e il segretario generale del Cnel, Massimiliano Monnanni.
“Siamo molto contenti di questa collaborazione – ha detto Impagliazzo (Sant’Egidio) – Il nostro lavoro attraverso le Case dell’Amicizia, che comprende le distribuzioni alimentari e la ricerca di soluzioni abitative e lavorative, fa parte di un modello “adottivo” delle diverse condizioni di vita delle persone e delle famiglie. Attraverso l’incontro e il sostegno concreto, è possibile iniziare percorsi per far ripartire chi è in crisi a causa del disagio socio-economico. Una ripartenza indispensabile di fronte a sofferenze sociali che dopo la pandemia sono aumentate in tutta Italia, soprattutto in tante periferie delle nostre città. Attraverso il sostegno di UniCredit abbiamo potuto aumentare la nostra presenza in sette grandi città italiane e da Nord a Sud del paese siamo stati in grado di raggiungere migliaia di persone. Questa partnership dimostra che, quando il mondo profit si allea in maniera intelligente e ascolta le sollecitazioni provenienti da chi opera nel terzo settore e nel sociale, è possibile realizzare grandi risultati”.
“Sostenere il progetto “l’anno che verrà”, realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio – ha affermato Remo Taricani (UniCredit) – significa condividere una visione di cambiamento sociale che pone al centro le persone, offrendo soluzioni che favoriscano l’inclusione e il miglioramento della vita delle comunità, a partire da quelle più fragili. L’innovazione che il terzo settore sta conducendo non è solo digitale ma si fonda prima di tutto su una nuova relazione tra soggetti di comunità che vede nel volontariato una leva fondamentale. Il sostegno al Terzo Settore è infatti per noi un tema prioritario che ha visto nell’ultima iniziativa recentemente promossa di “UniCredit per l’Italia”, 10 miliardi di credito aggiuntivo, di cui 500 milioni di euro dedicati agli Enti del terzo settore, tramite forme di finanziamento tarate sulle specifiche esigenze degli enti non profit e delle imprese sociali. Al supporto finanziario si aggiungono servizi dedicati, quali i fondi di Carta Etica per lo sviluppo di progetti sociali accumulati attraverso l’utilizzo delle carte di credito etiche da parte dei nostri clienti; senza alcun onere a loro carico, la banca accantona il 2 per mille delle transazioni per supportare progetti di solidarietà. Dal 2005, l’anno di attivazione del progetto, il Fondo Carta Etica di UniCredit ha supportato più di 1.350 progetti in tutta Italia, destinando oltre 41 milioni di euro ad iniziative a sostegno di progetti di utilità sociale”.
“Mi congratulo per questa felice collaborazione, che aiuta tante famiglie a ripartire”, ha detto – in collegamento da Bologna – il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana. “La vita è sempre ripartire. Ma per farlo occorrono tempo, conoscenza e sostegno”, ha concluso.
“Le istituzioni da sole non riescono da solo a dare ascolto a tutti i cittadini e per questo è necessaria la collaborazione tra diversi soggetti”, ha osservato la viceministra Maria Teresa Bellucci, richiamando l’articolo 118 della Costituzione che invita le istituzioni a favorire “l’autonoma iniziativa dei cittadini” nel perseguimento del bene comune.
“A partire dalla pandemia è aumentata la spesa sociale dei Comuni, ma permangono divari consistenti tra diverse regioni e tra i territori di una stessa regione”, ha affermato il segretario generale del Cnel, Massimiliano Monnanni, ribadendo l’importanza dei corpi intermedi per la tenuta del tessuto sociale italiano.