Impresa

Industria 4.0, Sicilia settima per investimenti agevolati

PALERMO – Il processo di digitalizzazione sta offrendo importanti benefici alle imprese: arricchisce l’offerta industriale di nuovi servizi “intelligenti”, migliora l’efficienza tecnica ed energetica dei processi industriali, aumenta la flessibilità produttiva. Le varie realtà territoriali italiane si stanno adattando a differenti ritmi alle novità.

L’Italia si è dotata di una strategia di ammodernamento tecnologico in linea con le best practise internazionali. La principale misura con cui il Governo italiano ha sostenuto gli investimenti in beni strumentali alla trasformazione digitale delle imprese è stato l’iper-ammortamento, mediante il quale sono stati messi in circolo circa dieci miliardi di euro di investimenti.

Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto “Dove va l’industria italiana”, diffuso da Confindustria lo scorso 14 maggio, nel 2017 l’iper-ammortamento sui beni strumentali materiali è stato utilizzato in netta prevalenza dalle imprese settentrionali. La Lombardia svetta per quota del totale investimenti agevolati (34,8%), seguita a distanza dal Veneto (17,1%) e dall’Emilia Romagna (15,6%). La Sicilia si distingue, collocandosi nella prima parte della classifica nazionale, precisamente al settimo posto con il 3,1%, al pari del Friuli Venezia Giulia.

Il Lazio, che pure vanta un tasso d’innovazione tecnologica in costante crescita negli ultimi anni, ha assorbito una quota relativamente modesta di investimenti in tecnologie digitali, pari appena all’1,8%. Su livelli simili o peggiori di quelli del Lazio tutte le regioni meridionali, con l’eccezione della Sicilia summenzionata.

La misura è stata utilizzata prevalentemente dall’industria manifatturiera, che costituisce il comparto più rappresentato sia per numero di imprese coinvolte sia per quota degli investimenti attivati: in particolare, sono state oltre 4.400 le imprese manifatturiere che hanno fruito dell’iper-ammortamento sull’acquisto di beni strumentali materiali su un totale di circa 8.000 richieste, per un ammontare investito stimato di oltre 4 miliardi e 250 milioni di euro.

All’interno del manifatturiero, l’industria dei prodotti in metallo è la principale fonte di investimento in tecnologie 4.0 incorporate nei beni strumentali materiali: è pari al 26% la quota sul totale manifatturiero degli investimenti iperammortizzati.

Molto distanziato, al secondo posto della classifica dei settori più coinvolti dalla misura fiscale è il commercio (all’ingrosso, al dettaglio e riparazione veicoli), le cui imprese si stima abbiano fruito delle agevolazioni per un ammontare pari al 5% del totale degli investimenti in beni strumentali materiali.

Infine, per quel che riguarda la classificazione per classi dimensionali, si può osservare come la maggioranza sia delle risorse investite sia del numero di imprese che hanno fruito dell’agevolazione fiscale appartenga alla categoria delle piccole e medie imprese.

In termini di risorse investite per l’acquisto di beni strumentali materiali, solo un terzo del totale è assorbito da imprese con più di 250 addetti; un altro terzo da imprese con numero di addetti compreso tra 51 e 250, e il restante terzo da realtà produttive piccole o micro.

In termini di investimento medio per impresa, esiste una chiara relazione positiva con la scala dimensionale: 117 mila euro per imprese fino ai 9 dipendenti, 412 mila euro per imprese con unità di addetti comprese tra 10 e 50, 1milione e 384 mila euro per imprese con unità di addetti comprese tra 51 e 250 e 5 milioni e 400 mila euro per le imprese con più di 250 dipendenti.