Decisamente non è un bel periodo per la Lega, in Sicilia: dopo lo scontro all’interno del centrodestra per la candidatura di Nino Minardo a governatore da parte di Matteo Salvini, e i problemi di quest’ultimo con le diverse anime del Carroccio e con la grana Morisi – “parlateci di pippiamo” imperversa sui social -, adesso la questione Intel infiamma la politica isolana.
L’antefatto è questo: il colosso dell’hi tech vorrebbe aprire in Sicilia, per la precisione a Catania, ma ci sarebbe stato da parte del ministro dello Sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti, un tentativo di “dirottamento” verso le plaghe del Nord denunciato due giorni fa con un post su Facebook dal segretario del Pd Siciliano Anthony Barbagallo: “#Intel, colosso statunitense dei microchip, sta valutando di aprire un nuovo stabilimento a Catania. Bene!
D’altronde abbiamo l’#etnavalley e una lunga tradizione in questo settore tecnologico, basta ricordare la STMicroelettronics da Pasquale Pistorio portata ai vertici mondiali e la 3Sun. Che il ministro allo sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti, invece “caldeggi” Torino mi sa tanto di propaganda a fini elettorali. Mentre lui è un ministro della Repubblica e – seppur leghista – deve essere orgoglioso dell’Etnavalley, appoggiando quanto più possibile la scelta di Intel su Catania”.
Fin qui una vicenda di ordinaria amministrazione: l’opposizione che fa polemica politica su una vicenda che potrebbe essere esagerata.
Ma ieri sera, con un comunicato ufficiale, sulla vicenda è intervenuto direttamente il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, affermando: “Se un colosso dell’hi-tech è pronto a investire in Italia, con un progetto ambizioso che darà impulso all’economia e all’occupazione, a decidere non può essere la solita logica che privilegia il Nord a discapito del Sud”.
“Nel pieno della progettualità di una ripartenza – ha proseguito, duro, il Presidente della Regione – , che non può certo essere a due velocità o, peggio, azzoppata sul nascere, non si può continuare con la politica assistenzialista che ha sempre mortificato il Mezzogiorno. Il governo di Roma, con il ministro per lo Sviluppo economico, aveva garantito per l’insediamento di Intel una partita da giocare facendo perno sul ‘sistema Italia’ e sulle migliori credenziali dell’area da individuare. E a questo noi siamo fermi, pur leggendo sulla stampa di pressioni e rivalse nordiste, di dichiarazioni a sostegno del candidato sindaco di Torino e del così contestuale, addirittura dichiarato, ‘tifo’ per la candidatura di Mirafiori a discapito di Catania”.
“Siamo certi – ha concluso diplomaticamente Musumeci – che la squadra del cuore di un ministro della Repubblica non può che essere l’Italia. Così come – se la ‘competizione sarà sulla capacità di offrire competenze e intelligenze’- la Sicilia, con i suoi centri di ricerca e, non ultimo, uno dei più importanti stabilimenti di microelettronica del mondo, non può che essere in partita e rivendica a pieno titolo l’insediamento del futuro stabilimento di Intel”.