PALERMO – Reinfezioni da Covid-19: un dato emergente e preoccupante che, secondo quanto riportato dalla fondazione Umberto Veronesi al 5 Giugno 2022, ha riguardato, fino al 13 aprile 2022, in Italia, un totale di 519.603 casi, pari al 4% del totale dei casi segnalati (al 28 Dicembre 2021 essi erano pari solo all’1,4%), con un picco del 9,5% nei primi giorni del mese di Luglio.
Insomma le reinfezioni da Covid-19 sono possibili e assolutamente non trascurabili e, in concomitanza dell’allarme sanitario provocato dalla nuova variante indiana del Covid, ci si chiede, da più parti, quali meccanismi protettivi adottare, in particolare in riferimento al presidio delle mascherine, e quale autunno ci attende.
Un tema controverso, spinoso, che abbiamo affrontato grazie all’autorevole competenza del professore Antonio Cascio, infettivologo e professore ordinario alla facoltà di Medicina del Policlinico di Palermo.
Professore Cascio, in base ai dati sulle reinfezioni, quale è il suo parere sull’utilizzo delle mascherine per attenuare il fenomeno?
“Le reinfezioni sono un fenomeno naturale che è destinato fisiologicamente ad aumentare nel tempo: tanto maggiore è il numero di persone che si sono infettate la prima volta tanto maggiore sarà la probabilità che aumentino. Eppure la reinfezione non deve spaventare, specialmente se si è stati vaccinati. Le persone anziane, fragili, obese e immunodepresse dovrebbero comunque cercare di evitare di reinfettarsi indossando correttamente la mascherina FFP2 quando si trovano in luoghi chiusi specialmente se questi sono angusti, molto affollati o poco ventilati”.
Riguardo alla variante indiana quanto c’è da preoccuparsi realmente?
“Questo lo potremo valutare solo nei prossimi mesi: se dovessi scommettere darei vincente l’ipotesi di una maggiore contagiosità (R0 superiore a 20), con R0 che indica il numero di persone che ogni malato può contagiare, e di una patogenicità uguale o minore. Questa variante è caratterizzata da modifica strutturale della proteina Spike; sarebbero undici le mutazioni che distinguono la nuova sottovariante indiana BA.2.75 da Omicron 5, l’attuale variante più diffusiva”.
In relazione all’autunno che seguirà, secondo lei, quale stagione ci attende?
“In autunno, con la riapertura delle scuole, l’abbassamento delle temperature e con la circolazione dei virus influenzali, parainfluenzali e del raffreddore ci potrebbe essere un po’ di confusione, ma reputo che, grazie alle vaccinazioni e alla circolazione delle varianti Omicron meno patogene, il Covid dovrebbe essere gestito alla stessa stregua di un’influenza da cui è giusto che le persone fragili si continuino a proteggere indossando la mascherina FFP2”.
In ultimo, cosa pensa dell’ipotesi vaccino under 5, attualmente al vaglio dell’EMA?
“Sono favorevole alla vaccinazione anche ai bambini al di sotto dei 5 anni – conclude Cascio – Il virus infetterà tutti e, al momento dell’infezione, è sempre preferibile farsi trovare vaccinati”.
Un utilizzo saggio e protettivo delle mascherine, quindi, e un ricorso massivo alle vaccinazioni, anche a età molto precoci: un monito a non abbassare la guardia rispetto a un virus in continua mutazione, che, potremmo dire, come un abile killer, “colpisce senza pietà” e “colpisce ancora”, senza distinzione di clima, genere, condizione di salute pregressa, età anagrafica o familiarità con la persona contagiata, mai completamente immune da “ritorni patologici”.