La Sicilia è la Regione italiana dove si registra l’inflazione più “cara” del Paese. Si tratta che emerge dall’ultimo rapporto realizzato dall’Istat e pubblicato martedì 17 gennaio.
Nell’Isola inflazione si registra un’impennata dell’inflazione del +9,7%, un dato che la colloca la Sicilia in testa nella graduatoria nazionale, davanti a Trentino Alto Adige (+9,4%) e Sardegna (+9,1%).
Complessivamente, sono undici le Regioni italiane nelle quali l’inflazione nel corso dell’anno 2022 risulta essere più alta rispetto alla media nazionale.
Dando uno sguardo alla crescita dei prezzi al consumo relativi ai singoli capoluoghi di provincia, l’inflazione più alta continua a essere registrata a Catania. Secondo l’Istat, ai piedi dell’Etna l’inflazione tocca l’esorbitante dato del +14,7%.
Si tratta di una conferma per la città dell’elefante, che già in occasione delle rilevazioni effettuate nei mesi scorsi dall’istituto nazionale di statistica era stata collocata sul grado più alto della classifica.
Nessuna sorpresa nemmeno per quanto concerne le altre due posizioni che vanno a completare il podio, occupate anche in questo caso dalle città di Palermo e Messina. Nel dettaglio, il capoluogo siciliano segna un dato di +14,6%, mentre in riva allo Stretto l’aumento del caro vita è pari a +13,9%.
Per quanto riguarda le spese effettuate dai cittadini nel corso del 2022, l’accelerazione più ampia dei prezzi rispetto all’anno precedente è stata toccata dalle voci di abitazione, acqua, elettricità e combustibili, con un incremento da +7,0% a +35,0%. Immediatamente dopo figurano i trasporti, da +4,9% a +9,7%, condizionati dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici.
In rialzo anche i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche, che passano da da +0,6% a +9,1%. Per quanto riguarda le bevande alcoliche e i tabacchi, invece, viene toccato un aumento da +0,4% a +1,3%.
Un incremento viene evidenziato anche nella voce relativa all’abbigliamento e le calzature, da +0,5% a +1,9%. I mobili, gli articoli e i servizi per la casa passano da +0,9% a +5,2%.