Continua il calo dell’inflazione in Sicilia. Un risultato importante, rispetto ai mesi passati in cui i valori galoppavano su numeri a due cifre.
Palermo, secondo i dati forniti dall’Istat ed elaborati dall’Unione nazionale consumatori, è la città siciliana che soffre i maggiori rialzi, con un aumento dell’inflazione annua, al mese di ottobre appena trascorso, dell’1,7%, che si concretizza in una spesa in più per una famiglia media di 278 euro. Messina si ferma all’1,2%, e una spesa di 229 euro, subito seguita da Siracusa, sempre all’1,2% ma una spesa di 224 euro. Tra le città considerate “virtuose” troviamo invece Catania, dove si registra un aumento dello 0,5% e una spesa aggiuntiva per nucleo familiare medio di 99 euro, e ancora meno a Trapani, che si ferma ad una spesa di 38 euro per un aumento percentuale dello 0,2%.
A livello regionale, la Sicilia si pone quindi tra le regioni che subiscono gli aumenti minori, con una inflazione annua a ottobre dello 0,9%, e una spesa media aggiuntiva di 168 euro. Meglio, soltanto l’Abruzzo e il Molise, che si fermano rispettivamente allo 0,7% e allo 0,6%. Le regioni più costose sono la Valle d’Aosta, al 2,3% e 569 euro di spesa in più, e l’Umbria, al 2,4% e 542 euro.
Nella penisola l’inflazione si attesta sull’1,7% e 370 euro spesi in più. “Al di là del calo dell’inflazione annua rispetto a quella tendenziale registrata a settembre 2023, resta comunque una stangata per gli italiani. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che l’inflazione, anche se ora è più bassa, si aggiunge ai rincari registrati in questi ultimi due anni”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“I dati definitivi dell’Istat confermano ufficialmente che l’effetto sui prezzi del Trimestre anti inflazione è stato nullo, come avevamo ampiamente previsto e annunciato – dicono dall’Unc – Un insuccesso attestato dal fatto che rispetto a settembre, unico confronto corretto per giudicare l’iniziativa del Governo, i prezzi dei prodotti alimentari sono rimasti gli stessi, con una variazione nulla”.
Secondo l’associazione di categoria, è necessario un intervento del Governo “in primo luogo, riazzerrando gli oneri di sistema sulla luce, rimessi a partire da aprile e prorogando il mercato tutelato. Un provvedimento, quest’ultimo, a costo zero per lo Stato ma indispensabile per quei milioni di famiglie che non sanno che pesci pigliare in un momento di prezzi energetici impazziti e instabili”, conclude Dona.
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