“L’influenza e i virus respiratori girano il mondo e, salvo Covid che non ha ancora una stagionalità decisa, seguono le condizioni meteo: in Australia per esempio è appena finita la stagione ed è stata particolarmente intensa, la seconda peggiore degli ultimi 10 anni come valore complessivo” derivato dal mix di patogeni invernali. “Considerando questo e considerando la nuova variante Covid, XEC, che si inserisce nel quadro, le previsioni – che ovviamente poi andranno aggiornate sulla base dell’andamento meteorologico – ci fanno pensare che quest’anno saremo più o meno sui valori dello scorso anno e probabilmente dobbiamo aspettarci valori superiori a 14,5 milioni, o 15 milioni, di casi”. È l’analisi del virologo Fabrizio Pregliasco che oggi a Milano, in occasione di un evento promosso da Assosalute-Federchimica, conferma le previsioni al momento e lancia un monito sull’importanza di “continuare a tutelare i fragili”.
Quanto ai virus in circolazione che si prospettano come protagonisti dell’autunno-inverno 2024-2025, analizza il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’università degli Studi di Milano, “per l’influenza segnalo l’A/H1N1 e l’A/H3N2, mentre per Covid la variante che si diffonderà nei prossimi mesi, secondo le attese, è XEC, che è immunoevasiva. Ci aspettiamo quindi in autunno una presenza importante del Sars-CoV-2″. E poi avremo il virus respiratorio sinciziale (Rsv) che si è visto essere “co-protagonista nascosto: a parte la quota di bronchioliti che interessa i bimbi piccoli, anche negli anziani è parte rilevante delle forme respiratorie della stagione”. Completano il mix i virus responsabili delle forme simil-influenzali, che si avvantaggiano degli sbalzi termici.
Già in queste settimane i patogeni sono in azione: “Stiamo viaggiando al ritmo di circa 150mila casi“, riferisce Pregliasco, considerando tutte le forme respiratorie presenti al momento. E in vista della stagione vera e propria, l’esperto riassume in 5 punti fermi le regole d’oro da non dimenticare: primo, “valutare l’opportunità della vaccinazione per se stessi e per anziani e fragili della famiglia. Il secondo consiglio è senz’altro l’adozione di un buonsenso che non criminalizzi la mascherina”, da portare con sé “come gli occhiali da sole”, metafora cara al virologo, “per usarla quando al bisogno”, e sempre nel filone del buonsenso c’è la regola d’oro di “lavarsi frequentemente le mani”.
Terzo punto: “No antibiotici, perché i dati” sull’uso improprio “sono pesantissimi”, continua Pregliasco. Quarto pilastro “l’automedicazione responsabile, come approccio per la popolazione generale, che si tratti di influenza, Covid o un altro virus respiratorio”. Infine “il tampone”, importante anche per un uso tempestivo, nel caso di fragili e anziani, dell’antivirale per Covid se necessario. “Il farmaco Paxlovid* è infatti ancora sottousato”, segnala l’esperto, che è anche direttore sanitario d’azienda all’Irccs ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano.
“Le coperture vaccinali per Covid e influenza l’anno scorso sono state terrificanti. Per l’influenza nel 2020-2021 avevamo avuto un picco di adesioni fra gli over 65 che aveva portato la copertura al 65,3%, erano i tempi di Covid, immediatamente successivi alla prima dura ondata e non c’erano strumenti per proteggersi. Ma nell’ultima stagione c’è stato un crollo di 12 punti percentuali e siamo scesi a 53,3%. Sulla scia di una negatività che dall’anti-Covid si spostata anche sulle altre vaccinazioni, anche quelle dei bimbi. Non a caso anche il morbillo risale. Si è perso il momento e l’invito è ai fragili di tutte le età e agli anziani: vaccinatevi sia per il Covid-19 che per l’influenza. È importante tenere presente che, in presenza di sintomi, si diventa potenziali vettori di infezione per queste persone vulnerabili che vanno protette”, afferma Pregliasco.
L’esperto, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’università degli Studi di Milano, mette in guardia sui rischi della sottovalutazione che si sta diffondendo in questi anni post pandemia. “Speravo in una consapevolezza maggiore rispetto a questa necessità di protezione degli anziani e dei fragili – ammette – perché per esempio il Covid è multiforme e questa è la sua perfidia.
Con l’avanzare dell’età c’è una riduzione delle difese immunitarie, e la continua esposizione nel tempo” a infezioni “non ci fortifica. Temo gli effetti di una normale voglia di ritorno alla normalità e della necessità di lasciarsi alle spalle ciò che è successo” con la pandemia, “ma spero possa esserci una normalizzazione rispetto a questa fase più libertaria e di dimenticanza che stiamo vivendo. Il rischio di un’eccessiva tranquillità è per i fragili, che andrebbero protetti con le necessarie misure”, da un approccio di buonsenso alle mascherine alla vaccinazione, all’uso degli antivirali per Covid quando necessario, ricorda Pregliasco.