Fatti

Inps, hacker attaccano il sito e lo mandano in tilt

Gli hacker mandano in tilt il sito dell’Inps proprio mentre la struttura informatica stava gestendo le domande relative al bonus da 600 euro.

“Al fine di consentire una migliore e più efficace canalizzazione delle richieste di servizio, il sito è temporaneamente non disponibile.
Si assicura che tutti gli aventi diritto potranno utilmente presentare la domanda per l’ottenimento delle prestazioni”.

Questa la dicitura che appare a chi tenta di collegarsi alla home page dell’Inps.

In un primo momento alcuni avevano avuto l’impressione che fosse stata proprio l’enorme mole di richieste per accedere alle indennità a generare il malfunzionamento: l’operazione a questo punto si blocca e la domanda di richiesta del bonus non riesce più a procedere.

Secondo quanto denunciato da più utenti, inoltre, entrando con i propri dati nella pagina dedicata del sito per presentare la domanda di bonus, si veniva rinviati a una pagina in cui figurano nominativi privati, insieme a una serie di schede – centinaia – con informazioni strettamente personali di cui è in possesso l’Inps ponendo quindi evidenti problemi di tutela della privacy.

L’argomento è stato oggetto anche di un botta e risposta tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il capo della Lega Nord Matteo Salvini, che ha parlato dei problemi accusati dal sito.

Lamentele sul funzionamento della struttura informatica sono giunte anche dal Pd, che aveva chiesto di non sovraccaricare il sistema consentendo che i commercialisti potessero spedire Pec all’Inps certificando le ore di lavoro perse e la richiesta di cassa integrazione, aggiungendo l’iban del dipendente.

A quel punto il Premier ha ammesso che “all’Inps sono giunte cento domande al secondo, con trecentomila richieste a oggi e questo ha creato qualche problema”, ma poi ha rivelato che si trattava di un attacco di hacker.

Nei giorni scorsi il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) che vigila sui servizi segreti, aveva messo in guardia dalla diffusione di fake news di hacker russi che tendevano a destabilizzare nazioni come l’Italia e la Spagna e anche l’Unione europea.