In relazione a notizie su un Durc negato per la presunta cifra di 1 centesimo, l’Inps è riuscita a risalire all’identificazione dell’azienda in questione: la lettera di verifica sul Durc è partita in quanto l’azienda non ha presentato le denunce mensili obbligatorie, e questa motivazione è chiaramente riportata nella stessa lettera, in cui la cifra di un centesimo è un dato minimo convenzionale inserito dalla procedura in assenza di adeguate informazioni sui dati economici dell’azienda.
La cosa più singolare, che smonta completamente le intenzioni di chi ha cercato di sollevare un caso, spiega l’Inps, è che gli intermediari dell’azienda in questione hanno omesso di comunicare che la suddetta ha cessato la propria attività nell’ottobre 2020, elemento che è stato comunicato all’Inps dagli stessi solo nella serata di ieri.
Risultando ancora attiva e non essendo stata inviata alcuna comunicazione obbligatoria nei mesi precedenti, l’amministrazione dell’istituto aveva dunque correttamente espresso l’esito negativo della verifica con la motivazione “per omessa e/o incompleta presentazione delle denunce obbligatorie mensili o periodiche e/o per denunce che presentano dati incongruenti”, chiaramente indicata insieme alla citazione dell’importo di 0,01 euro, quest`ultimo appunto quale dato convenzionale minimo in assenza di altri dati utili che dall’azienda stessa non erano stati inviati.
Secondo l’Inps si tratta dunque di un caso doppiamente inesistente: sotto il profilo della presunta notizia, dato che le motivazioni esistono chiaramente indicate e la cifra di 1 centesimo per il Durc negato non ha fondamento, quanto sotto quello delle responsabilità, avendo i rappresentanti dell`azienda, o coloro che hanno sollevato un presunto caso contro l’amministrazione, generato invece loro stessi ab origine una inadempienza amministrativa, da cui la verifica di regolarità contributiva da parte dell`Istituto non poteva avere che esito negativo.
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