Iniziative

Insularità, cambia la Costituzione e cadono gli alibi: l’intervento del direttore Tregua – Video

Luglio 2022 è indicato come la deadline per l’approvazione della modifica dell’articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dell’insularità riconoscerà per Sicilia e Sardegna “pari opportunità” in ottica di sviluppo territoriale.

L’introduzione dopo il quinto comma della frase “La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità” concederà, in particolare a Sicilia e Sardegna, il riconoscimento d’azione di supporto che farà contestualmente cadere molti alibi sul tema dello sviluppo regionale. 

Il convegno a Catania

Sicilia e Sardegna sono state unite nello spingere la modifica istituzionale e si sono idealmente incontrata durante il convegno “Il principio di insularità nel nuovo art. 119 della Costituzione” organizzato a Catania dal Centro di documentazione, ricerca e studi sulla cultura dei rischi di Catania rappresentato da Antonio Pogliese, Università degli Studi di Catania, Università degli Studi di Cagliari, Università eCampus, Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia orientale, Odimed (Osservatorio internazionale sui diritti umani nei Paesi del Mediterraneo), Confindustria Catania, gli Ordini professionali della città e Inner Wheel Italia Distretto 211.

Ad aprire l’incontro è stato il Magnifico Rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo, per cui “l’insularità è una condizione che per troppo tempo ha rappresentato sinonimo di perifericità ed è dunque arrivato il momento di trasformare il disagio in opportunità”. Alle dichiarazioni delle istituzioni e degli ordini professionali etnei, il professore Salvatore Andò ha fatto seguire un intervento che suscita legittime riflessione sulla futura capacità di tenuta dei rapporti tra le regioni e tra le regioni insulari e lo Stato approvata la modifica costituzionale. “Riflettere sulla insularità nel momento in cui la riforma è cosa fatta è un atto di responsabilità – ha dichiarato l’ex ministro della Difesa del Governo Amato -. Adesso credo che il problema sia capire come declinare in concreto il principio, perché l’ingresso di questo principio in Costituzione porrà problemi nel rapporto tra le regioni e tra stato e regioni. Il covid ha dimostrato quanto sia difficile raccordare i vari territori già nelle emergenze”. In collegamento dalla Sardegna il presidente della Regione Christian Solinas ha evidenziato come con il riconoscimento della modifica costituzionale: “Non chiediamo certo situazioni di privilegio, ma condizioni di eguaglianza”.

L’intervento del direttore Carlo Alberto Tregua

Ha destato attenzione e consenso l’intervento del direttore del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua. “Non è corretto parlare di una “questione Sicilia”, è giusto parlare di una “questione siciliani”. L’Isola è meravigliosa, con ricchezze di ogni tipo eppure è al ducenteseiesimo posto su duecentoquaranta regioni europee. Il territorio quindi non ha colpa, ma hanno colpa i siciliani. Poiché la democrazia risiede nel popolo è il popolo che sbaglia le scelte eleggendo persone incapaci. E non da oggi, è da settantasei anni che la Sicilia non riesce a decollare e non è riuscita contrastare le decisioni dei Governi che hanno sempre pensato che l’Italia si fermasse a Napoli. Quando si decise di fare l’Autostrada del Sole come si potette decidere di far fermare l’Autostrada del Sole a Napoli? Come se il sole sotto Napoli non ci fosse più o non ci fosse bisogno dell’autostrada. Quando nel 2000 i governi dell’epoca decisero di costruire le linee ad alta velocità come si decise di costruire la linea Torino-Salerno? Al di sotto di Salerno l’Italia non è mai esistita? Quando si parla della modifica dell’articolo 119 della Costituzione serve notare che l’insularità, che in teoria dovrebbe portare in Sicilia all’incirca 6 miliardi in più, è una cosa che non ci serve. Non vi dovete meravigliare, la Sicilia è piena di soldi e attualmente non sfrutta bene 50 miliardi. L’iniziativa di Antonio Pogliese è importante per sensibilizzare le coscienze non solo della classe dirigente, ma i siciliani perché la smettano di pensare che le cose si debbano fare con la cultura del favore. Un’azione della classe dirigente sarà determinante perché si passi dalla cultura del favore alla cultura del merito. Dobbiamo convincere 4,8 milioni di siciliani che non si può più continuare ad andare avanti con la mano tesa come i mendicanti.

L’iniziativa del Quotidiano di Sicilia

Il Quotidiano di Sicilia lancerà da settembre una campagna che prevede la pubblicazione dell’immagine dell’Italia al contrario, con la Lombardia al posto della Sicilia, riflettendo: se la Lombardia fosse appunto al posto della Sicilia non avrebbe costruito il ponte già 30-40 anni fa?

Se la Sicilia fosse messa in alto avrebbe 17mila euro di reddito pro capite anziché 38mila? Questo vuol dire che c’è una grande responsabilità nostra nel non esserci farci valere. Sono partito con questo ragionamento e chiudo con questo ragionamento, ognuno di noi è una goccia ma le gocce fanno il mare”. La sessione pomeridiana spazio agli interventi del Pro-Rettore Unict Francesca Longo, del professore associato di Statistica Unict Benedetto Torrisi e il presidente dell’autorità portuale Agusta-Catania, Francesco Sarcina, seguito dal Commissario straordinario per le Zes della Sicilia Orientale Alessandro Di Graziano, il presidente Irfis Giacomo Gargano, del presidente del Comitato scientifico del Centro documentazioni ricerca Rosario Lanzafame e del direttore de La Sicilia Antonello Piraneo. Di fiscalità di vantaggio per lo sviluppo economico delle isole ha parlato Antonio Pogliese presidente del Centro di documentazione, ricerca ed organizzatore dell’evento.