Economia

Caso Intel e lo scippo alla Sicilia, interviene l’Ugl di Catania

Niente Catania ma Torino. L’affare Intel in Sicilia sembra definitivamente sfumato. Almeno stando alle parole del presidente della Regione Piemonte che escludono l’isola tra le opzioni del colosso americano.

L’intervento di Ugl

Uno scippo vero e proprio sul quale interviene l’Ugl etnea. Il sindacato chiede chiarezza. “Chiediamo di sapere la verità sulla notizia, trapelata ieri, circa l’esclusione della Sicilia e nello specifico di Catania dalla lista di potenziali siti individuati dal colosso della microelettronica Intel per la realizzazione di un nuovo stabilimento produttivo in Italia”.

L’appello

Un appello alle istituzioni regionali e locali perché si faccia piena luce sulla questione. “Vogliamo capire cosa sta succedendo, visto che fino a ieri il nostro territorio sembrava essere tranquillamente in corsa per ottenere l’investimento, dopo l’ottimismo paventato dall’assessore regionale delle Attività produttive Mimmo Turano, mentre da Torino aldilà della riservatezza delle operazioni richiesta hanno lasciato intendere tutt’altra cosa – dicono Giovanni Musumeci, segretario territoriale della Ugl, ed Angelo Mazzeo segretario provinciale della federazione Ugl Metalmeccanici.

Certo se l’indiscrezione fosse confermata, per noi, sarebbe una enorme sconfitta perché abbiamo creduto e continuiamo a credere fortemente in questa opportunità per una realtà, come la nostra, che ha sicuramente bisogno di nuovi investimenti per il rilancio dell’economia, nonché dell’attrattività della Zona industriale. Abbiamo puntato e puntiamo ancora su una possibilità del genere, semplicemente perché Catania ospita già da anni siti produttivi di multinazionali di ogni settore, compresa la STMicroelectronics che collabora su base mondiale con Intel. Insieme, certamente, avrebbero garantito e potrebbero ancora adesso garantire un prestigioso potenziamento per la nostra area industriale, Zona economica speciale, la cui ampia estensione e particolare condizione strutturale ed infrastrutturale avrebbe attirato altre aziende – aggiungono all’unisono i due sindacalisti.

Stiamo parlando di un luogo da tempo abituato alla presenza di imprese della microelettronica, anche in riferimento all’indotto esistente, senza dimenticare l’alta qualità del know-how offerto grazie alla presenza di un ateneo di eccellenza, come il nostro, oltre che di una forza lavoro a buon mercato. Riteniamo superfluo il punto di debolezza legato alla sismicità dei luoghi, dato che questo tipo di stabilimenti sono a priori costruiti per sopportare le minime vibrazioni, figuriamoci gli eventi sismici. Per tali motivi, augurandoci che quella del presidente piemontese Cirio sia non una notizia fondata ma una mossa politica per mettere fuori gioco la temuta concorrenza di Catania, in attesa che da Regione e Comune venga fatta chiarezza, come Ugl siamo sempre disponibili ad interloquire con Intel per perorare, con chi ci vuole seguire, la capacità del nostro contesto produttivo. Ovvero il più idoneo – concludono Musumeci e Mazzeo – ad accogliere una così grande possibilità di crescita in ogni senso per la città, per la Sicilia e per l’intera fascia euromediterranea.”

Intel, assessore Turano: “Ancora nessuna comunicazione ufficiale”

“Non abbiamo ancora alcuna  comunicazione ufficiale da parte del ministero dello Sviluppo economico. Tuttavia, indipendentemente dalle scelte che farà Intel, siamo certi di aver messo il massimo impegno per sostenere la candidatura della Sicilia ad ospitare un’importante realtà produttiva – lo afferma l’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano -. Le richieste di Intel sulle caratteristiche dell’area che dovrebbe ospitare l’insediamento produttivo – continua Turano – erano molto rigorose e stringenti, in particolare per quanto riguarda l’estensione territoriale e la sicurezza sismica.

Abbiamo però ritenuto importante, nel momento in cui Intel ha manifestato interesse per l’area di Catania, fare la nostra proposta creando un’ampia sinergia tra Regione, Comune, Irsap e Confindustria per  superare i problemi legati alla frammentazione proprietaria della superficie da offrire. In questo senso proprio a dicembre, con la legge di riforma dell’Irsap, abbiamo messo a punto una norma per l’ampliamento delle zone industriali e la modifica della destinazione urbanistica per favorire questo percorso.A prescindere dalle scelte di Intel e dalle valutazioni del Mise siamo consapevoli di aver partecipato da titolari ad una partita difficile e di avere però tutti gli strumenti e le carte in regola per attrarre investimenti nella nostra Regione”.