La cessione del credito resta il problema legato al bonus per la ristrutturazione degli immobili. La questione dunque non è relativa alla percentuale, che sia del 110 o del 90 per cento, ma a chi debba anticipare le somme per realizzare le opere.
È chiaro il presidente dell’Ance Catania, Rosaio Fresta, che commenta l’iniziativa del Governo di portare i bonus per le ristrutturazioni al 90%. “Per noi la questione non è legata alle percentuali – sostiene Fresta. Al momento, infatti, nessuna impresa sta avviando questi lavori perché ha ancora bloccati i crediti relativi al bonus del 110%. Quindi la questione non è la misura dell’agevolazione, ma a chi possano essere ceduti i crediti. Le aziende – continua il presidente dell’Ance – hanno ancora in pancia, nel proprio cassetto fiscale, debiti che non riescono a smaltire”.
Il disagio delle imprese è quindi legato al blocco della cessione dei crediti alle banche che hanno smesso di acquisirli. “Di fronte a questo stato di cose – spiega ancora Fresta – resta la problematiche di chi dovrebbe anticipare queste somme. Il bonus 110% ha funzionato molto bene proprio perché lo sconto era in fattura e la gestione del credito andava direttamente alle banche. Oggi, invece, il credito è diventato un vulnus perché le aziende devono anticipare le somme. Solo quando saranno affrontati e risolti questi problemi e, di conseguenza, le imprese saranno sgravate, si potrà procedere”.
Questo è il motivo per cui sarebbero pochissime le aziende ad aver avviato le pratiche per il 90%, “molto poche – sottolinea Fresta – almeno per quel che riguarda l’Ance Catania. Qualcuno si è mosso, ma di fatto la misura è ferma proprio perché i crediti sono incagliati nei cassetti fiscali e questo ha comportato situazioni anche gravi”. Alcune imprese non hanno terminato i lavori: “Ci sono condomini che non hanno gli infissi”, evidenzia il presidente Ance e, in alcuni palazzi vi sono ancora i ponteggi montati. Per questo, abbiamo chiesto al Governo di trovare uno strumento che possa risolvere la questione e che dia la possibilità di cedere i crediti: se no, il sistema crolla”. Secondo Fresta la situazione al momento andrebbe a vantaggio solo dei più ambienti che possono anticipare le somme. Neanche la possibilità di rivolgersi alla Sace è vista di buon occhio. “Così, si tratterebbe di un nuovo indebitamento e di questo passo il sistema finirà immediatamente. Non da ultimo – conclude Fresta- il rischio è che siano i cittadini a pagare”.