ROMA – Sul ritardo mai colmato delle infrastrutture siciliane abbiamo intervistato il presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati, Salvatore Deidda.
Il rapporto pendolaria 2023 di Legambiente fotografa il divario tra le infrastrutture ferroviarie del Nord e quelle del Sud. Quali azioni prenderà la commissione che presiede per colmare questo gap?
“Legambiente rappresenta una realtà veritiera riguardo il divario tra le infrastrutture. Non è solo un problema Nord e Sud ma anche di collegamenti dalle regioni tirreniche a quelle adriatiche. Come primo atto della Commissione abbiamo calendarizzato l’esame dei Contratti di programma stipulati dal Ministero dei Trasporti con Rfi (periodo 2022-2026), per individuare le criticità e suggerire modifiche e abbiamo già inviato alla Commissione Europea i nostri rilievi sulla Rete Ten T, la linea Transeuropea. Favoriamo un coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti quando i progetti sono pronti ma manca l’ultima spinta che è quella della volontà politica. Come, ad esempio, collegare il porto di Napoli e gli interporti. Iniziare da quelli e collegare tutti i porti con le altre piattaforme e infrastrutture per un vero sistema intermodale”.
Sono previste azioni per ridurre i tempi di percorrenza in Sicilia?
“Certo, in Sicilia sono previste diverse azioni con gare d’appalto di centinaia di milioni previsti dal Pnrr e cantieri già in opera per realizzare l’infrastruttura Catania-Palermo. Si sta lentamente andando verso la giusta direzione”.
Pensa che le azioni previste dal Pnrr bastino per dotare la Sicilia di un’infrastruttura ferroviaria paragonabile a quella del resto del Paese?
“No, purtroppo dobbiamo recuperare un ritardo storico importante come Governo e Commissione perché abbiamo ricevuto un’eredità pesante. Non ci spaventa lavorare ed esaminare in Commissione Trasporti il contratto di Rfi (Rete ferroviaria Italiana), già firmato dai precedenti Governi: è la dimostrazione della nostra volontà. Presto sarò io stesso in Sicilia per continuare a lavorare con tutta la Commissione sul miglioramento dei servizi in una terra che amo e che, essendo sardo, sento profondamente vicina”.
Legambiente, sempre nello stesso rapporto, afferma che al posto di costruire il Ponte sullo Stretto, bisognerebbe migliorare lo stato delle infrastrutture ferroviarie siciliane. Cosa ne pensa?
“Studiare la fattibilità e voler realizzare il Ponte dello Stretto non esclude tutto il resto. Al contrario. La realizzazione del Ponte permetterà l’ammodernamento delle altre infrastrutture e farà da volano.
Quali sono i prossimi passi della maggioranza per riaprire il cantiere del Ponte sullo Stretto?
“Il Governo si è impegnato a volerlo realizzare, in questi giorni il Ministro dei Trasporti Salvini ha presieduto il primo tavolo tecnico e ha annunciato di voler creare un percorso definitivo e capace di andare avanti in maniera irreversibile. Come Commissione abbiamo approvato un parere inviato alla Commissione Europea, che integra l’opera all’interno del corridoio Transeuropeo”.
Altra nota dolente delle infrastrutture siciliane è lo stato delle Autostrade. Secondo una relazione dell’assessorato regionale delle Infrastrutture, sulla Catania-Palermo ci sono attualmente 45 interruzioni senza interventi in atto. Come si potrebbe invertire la rotta di questa situazione?
“Lo stato delle autostrade e di molte strade siciliane è storicamente un disastro. La questione non dipende dalla mia commissione ma da quella del mio collega di partito Rotelli, ed è chiaro che su questo fronte ci stiamo già muovendo perché c’è la volontà politica forte di modernizzare l’intera rete nazionale, partendo ovviamente da dove è più arretrata”.
* ha collaborato all’articolo Vittorio Sangiorgi