PALERMO – Per stare al passo di un governo nazionale che procede a tappe veloci, il Partito democratico non vuole perdere tempo e sono stati in molti al suo interno a chiedere di accelerare i tempi per portare a termine il percorso congressuale.
Una presa di posizione condivisa anche da Alessandra Moretti, eurodeputata: “Di fronte al primo governo di destra nella storia della Repubblica – ha detto – non possiamo perdere tempo in una discussione, che deve essere seria, ma non con tempi novecenteschi. Non possiamo restare ostaggio mentre abbiamo la responsabilità di guidare l’opposizione in Parlamento e nel Paese e mentre siamo assediati da una parte da Conte e dall’altra dal Terzo Polo”.
E aggiunge: “C’è anche una questione di classe dirigente, e non mi riferisco a Letta – precisa – che è fatta da sempre dagli stessi capicorrente e capibastone e che, diciamo così, non ha brillato in quanto a risultati. Ora questa stessa classe dirigente vorrebbe dettare regole e tempi. Lo trovo inaccettabile”.
Ancora non decise le candidature, tranne quello di Paola De Micheli, ma si fanno i nomi di Stefano Bonaccini, Dario Nardella, e Matteo Ricci.
Sulle sorti del Pd a Roma e in Sicilia il Quotidiano di Sicilia ha intervistato il deputato regionale Nello Dipasquale.
Quali saranno le sue priorità adesso che è stato rieletto all’Assemblea regionale siciliana?
“La prima seduta si svolgerà il 10 novembre. Purtroppo ci sono stati dei ritardi con la proclamazione. Il mio ruolo sarà quello di stare all’opposizione, che sarà una opposizione costruttiva e mi auguro che vi sia un governo che abbia una maggiore capacità di confronto e di ascolto, rispetto a quello precedente. Personalmente nei ruoli politici che ho ricoperto, anche quando ero in maggioranza, ho sempre dialogato con tutti. Io l’attività parlamentare la vedo in questo modo: un cammino in collaborazione. Purtroppo nella precedente legislatura questo non si è verificato. Io ho le idee molto chiare: starò all’opposizione ma se verrà portato in aula un provvedimento che condivido, certamente lo voterò, come abbiamo già fatto in precedenza. In conclusione, l’atteggiamento sarà costruttivo, propositivo, ferma restando la chiarezza delle posizioni”.
L’appuntamento del 25 settembre ha segnato per il Pd una sorta di mea culpa. Come farà il partito ad uscire da questa tormentata fase?
“Io non la vedo questa fase tormentata, è più un racconto che un fatto. Il Partito democratico in Sicilia non ha perso un seggio mentre altri sono stati dimezzati. E torniamo con lo stesso numero che avevamo nella scorsa legislatura”.
Sono in molti a spingere per anticipare il congresso nazionale a gennaio. Lei si trova d’accordo?
“Si, siamo in una fase di rinnovo, quella attuale, quindi prima facciamo il congresso è meglio è, anche perché abbiamo la necessità di rilanciare alcuni temi ed andare a legittimare una classe politica, ne ha bisogno. Non dimentichiamo che il partito Democratico è la seconda forza politica del Paese. Penso che il segretario regionale Anthony Barbagallo si è preso un momento di riflessione, del resto ha a disposizione un certo tempo e, giustamente dico io, se l’è preso per decidere il da farsi”.
Cosa ha sbagliato il Pd in campagna elettorale?
“Sicuramente degli errori sono stati fatti, ma non per ripetermi, ma non siamo nella narrazione come si è cercato di far passare a livello nazionale che il Pd è stato distrutto, perché il secondo partito d’Italia è a soli 7 punti di differenza dal partito di Meloni che è quello che ha vinto e che si è attestato al 18 per cento e siamo il maggior gruppo parlamentare di opposizione e cosa dovremmo dire del Movimento Cinquestelle e della Lega? Che si sono suicidati? è chiaro che il Pd, con degli aggiustamenti può prendere maggiori consensi, e condivido in questo l’idea di tornare ad ascoltare il territorio. Ma soprattutto nel Pd deve essere chiaro il linguaggio delle cose che vuole fare: quali politiche nel sociale, per il lavoro, per la sicurezza, per l’immigrazione, l’inclusione, non ci possiamo fermare solo a quelle che sono le contrapposizioni ideologiche, dobbiamo far capire agli elettori, specialmente ai più giovani, quali sono le esigenze del Paese, cose che abbiamo già fatto a livello regionale ed ora vanno fatte a livello nazionale”.
C’è un disegno di legge della sua passata legislatura a cui tiene in particolare e che vorrà ripresentare adesso?
“Credo che ripresenterò tutti in blocco i miei disegni di legge, perché sono frutto del mio lavoro e del mio impegno. Ricordo ad esempio quello sul tema dei beni confiscati alla mafia e quello sull’abbattimento delle barriere architettoniche, per le misure a favore dell’artigianato, li riproporrò nella speranza che questo governo e questa maggioranza siano più laboriosi e più fattivi dei precedenti”.