Economia

Se telefonando… intrigo Tim, a chi andrà la rete di telecomunicazioni italiana

Io potessi dirti addio cantava Mina.

Così avrà pensato Luigi Gubitosi per liberarsi dell’ingombrante Bollorè, il finanziere bretone maggior azionista di TIM, il player italiano delle comunicazioni.

Questo è un asset strategico del paese, ma vediamo poca consistenza industriale nelle riflessioni politiche dei partiti sull’argomento.

Qualcuno suggerisce di separare la gestione delle reti dal soggetto gestore del traffico telefonico. Altri come Salvini rifiutano lo spezzatino. E questo per alcuni è un assist a Bollorè.

Che intanto ha cominciato, ma forse non ha mai smesso, di fare politica, se è vero che sia uno dei finanziatori della campagna per le presidenziali francesi del nuovo astro nascente della destra francese il politologo Franco-Algerino Zemmour. Che per non farci mancare nulla è pure ebreo. Un ebreo di destra che si contrappone ai tanti ebrei di sinistra.

Sarà per questo che viene Macron a Roma, con la scusa del trattato Franco-Italiano?

Vuol capire come stoppare Bollorè con l’aiuto del fondo americano KKR che ha lanciato un Opa su TIM?

Ma gli americani non erano quei cattivoni che gli avevano soffiato l’affare del secolo per la Defense francese in Australia?

Ma forse è vero il detto che il nemico del mio nemico è mio amico.

Il fondo è guidato dal mitico Petraus, generale della guerra del Golfo. Chief in Commander dell’esercito USA ed ex Direttore della Cia, poi passato ad altri più remunerativi incarichi.

A chi andrà la rete di telecomunicazioni italiana con i nostri sussurri, le nostre conversazioni private, i nostri messaggi?

A chi andranno le ingenti risorse sul digitale del PNRR? Una volta su queste questioni affondavano e nascevano governi, oggi è tutto sotto traccia. Per TIM D’Alema fece una guerra. Ed oggi?

La politica non conta più, è la Finanza bellezza! Così è se vi pare.