Imprenditrice nel settore dell’automotive con esperienza trentennale e recentemente insignita dell’alta onorificenza di Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana, Iolanda Riolo è presidente dell’Irfis, Istituto regionale per il finanziamento alle industrie in Sicilia, società in house per l’espletamento di servizi a favore della Regione Siciliana. Una carica assunta nel febbraio 2023. Ha ricoperto anche il ruolo di assessore all’Innovazione e alla Mobilità del Comune di Palermo nell’ultima Giunta guidata da Leoluca Orlando.
Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del vice direttore Raffaella Tregua, la presidente dell’Irfis Iolanda Riolo.
FaInSicilia è uno degli ultimi progetti avviati dell’Irfis: di cosa si tratta e come viene incontro alle esigenze di giovani e imprese?
“L’elemento interessante di FaInSicilia è che prevede contributi a fondo perduto, non un semplice tasso agevolato, come la ‘misura sorella’ Fondo Sicilia. Con questo bando, che può finanziare fino al 90% dell’importo del progetto, il Governo siciliano vuole stimolare le aziende che possono contribuire in termini di innovazione, ricerca e sviluppo per offrire dei prodotti o per raggiungere nuovi target di consumatori o utenti in vari settori (come ricettività, cultura o sanità sociale) e che presentano progetti che possono essere utili alla società e all’economia a 360 gradi. Il progetto ovviamente è alla base: bisogna partire da un’innovazione, un’idea originale che risponda a un bisogno esistente con qualcosa che non esiste ancora e che possa contribuire a sviluppare un nuovo campo d’azione”.
Chi può accedere al bando?
“Possono accedere a FaInSicilia i giovani tra i 18 e i 46 anni, non compiuti al momento della presentazione della domanda, e donne di qualsiasi età attivi nella piccola e media impresa. La compagine sociale della cooperativa o della società deve essere composta al 51% da una di queste due categorie: donne di qualsiasi età o giovani entro i 46 anni, residenti in Sicilia o che vi trasferiscano la residenza entro 60 giorni (120 per i residenti all’estero) dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni dell’Avviso. Ci rientrano società di nuova costituzione ma anche aziende che già esistono e risultano attive da non più di 36 mesi”.
Il bando, di fatto, permette di finanziare un progetto quasi al 100%…
“Questo contributo a fondo perduto è fino al 90%. Tuttavia è anche vero che vince il progetto più valido, ma anche quello dove il capitale proprio è consistente. È chiaro, infatti, che se il contributo necessario è minore del 90%, per l’aspirante beneficiario è più facile salire in graduatoria. C’è una quota di mezzi propri che l’imprenditore richiedente deve avere, un minimo del 10%. A tal proposito, bisogna fare una precisazione: si può trattare di disponibilità dimostrabili o anche di credito. Le banche, quindi, possono fare una dichiarazione di disponibilità a coprire parte delle spese”.
Come funziona l’accesso al bando FaInSicilia e quali settori del mondo produttivo siciliano sono interessati?
“Per questa misura abbiamo creato un processo in due step: una fase di pre-iscrizione, dal 16 gennaio al 19 febbraio 2024, e una di invio della domanda dal 20 al 27 febbraio. Possono accedere al bando aziende e società attivi con un progetto che garantisca la fornitura di nuovi prodotti e/o servizi in grado di differenziare l’impresa. Al centro ci sono i progetti attivi nei seguenti settori: industria e artigianato, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, fornitura di servizi alle imprese e alle persone compresi commercio e franchising, ricettività e servizi complementari al turismo, cultura e valorizzazione o fruizione del patrimonio ambientale e paesaggistico, realizzazione di prodotti e servizi per l’innovazione sociale”.
Quali sono le spese ammissibili con FaInSicilia?
“Il fondo è di 26 milioni di euro per investimenti da 50 mila euro a 300 mila euro. Sono ammissibili spese che servano alla realizzazione del progetto del beneficiario relative all’acquisto di beni e servizi per: opere edili nel limite del 30%, attrezzature e impianti tecnologici, informatizzazione il cui costo deve essere inferiore al 15% dell’importo totale del programma di spesa e formazione specialistica entro il limite massimo del 7% del totale dei costi ammissibili per il programma di spesa”.
Come ha reagito il tessuto imprenditoriale siciliano al post pandemia?
“Fortunatamente c’è stata la volontà di rimanere in piedi da parte degli imprenditori. Una misura da 30 milioni di euro che ha avuto grande successo e ci ha dato testimonianza di ciò è ‘Ripresa Sicilia’, messa in campo dall’attuale assessorato alle Attività produttive per favorire lo sviluppo di nuove tecnologie, prodotti e progetti soprattutto nel campo della ricerca e dell’innovazione. Con questa misura abbiamo avuto il polso di come le aziende siano attive e vivaci. L’iniziativa ha funzionato bene e da parte dell’Irfis c’è la volontà di vederla nuovamente finanziata. C’è la massima attenzione a non lasciare indietro niente e nessuno”.
Le misure in atto ci sono e sono tante. Come fa l’Irfis a comunicarle al meglio agli imprenditori?
“Finora Irfis è stata a stretto contatto con le associazioni di categoria, ma adesso si sta aprendo al territorio per coinvolgerlo al massimo. Dopo aver costruito tanto e aver lavorato con i nostri interlocutori, cioè gli Assessorati, ognuno con i suoi ritmi e la propria ordinaria amministrazione da gestire, adesso il focus è sulla comunicazione. Tra l’altro, il nostro sito web è in fase di restyling per diventare sempre più funzionale. Il 10 gennaio, inoltre, saremo alla Camera di Commercio di Palermo per parlare di FaInSicilia”.
Qual è la mission dell’Irfis e come si è evoluto, negli anni, il suo ruolo nello scenario siciliano?
“È un istituto che nasce negli anni Cinquanta e che in settant’anni ha cambiato pelle diverse volte. L’equilibrio che ha raggiunto oggi è secondo noi molto produttivo: da una parte, dal 2020 siamo una società in house e siamo totalmente dedicati al nostro socio di maggioranza, la Regione Siciliana, socio al 100%; dall’altra, però, manteniamo quella piccola anima privata dedicata alla gestione dei fondi propri, pertanto siamo anche vigilati dalla Banca d’Italia con un’attenzione totale come tutte le altre banche. Di fatto, l’Irfis è un’azienda pubblica che però sottostà a regole del settore privato. Rappresentiamo un’alternativa al sistema bancario per sostentare lo sviluppo e la promozione del territorio”.
I risultati del 2023?
“Fino a oggi abbiamo calcolato circa 1.000 operazioni compiute e 110 milioni di euro erogati. Il bilancio del 2023 non è chiuso, ma il trend è positivo. La Regione Siciliana ormai utilizza l’Irfis come un ‘braccio armato’ per trasferire risorse comunitarie e regionali sul territorio in maniera efficiente”.
Gli obiettivi di Irfis nel 2024?
“Assumere sempre più il ruolo di organismo intermedio al servizio della Regione Siciliana, nostro principale interlocutore. Nel rispetto della normativa della vigilanza, vogliamo trasferire queste risorse, comunitarie e regionali, al territorio con la massima efficienza. L’Ente ha trovato un importante equilibrio e ci auguriamo di mantenere la stabilità raggiunta. Dobbiamo rimanere uno strumento al servizio della Regione per attivare punti nevralgici dell’economia”.
Quante sono le risorse a disposizione dell’Irfis?
“L’Ente ha una potenza finanziaria importante. Le risorse provengono dagli assessorati: quello all’Economia, per esempio, ha finanziato l’iniziativa sui mutui e i fondi per l’editoria; quello alle Attività produttive FaInSicilia. Anche la Giunta regionale ha contribuito direttamente al sostegno delle famiglie con 50 milioni di euro con l’approvazione del Collegato-Ter alla Finanziaria”.
Gestite direttamente fondi Pnrr?
“Noi non siamo direttamente interessati, ma qualora un’azienda voglia sfruttare questi fondi passando da Irfis può farlo. Facciamo anche consulenza finanziaria tramite i nostri sportelli, ma solo per le nostre misure”.
Quali sono le iniziative dell’Irfis messe in campo per aiutare le famiglie in un momento così difficile?
“Per le famiglie c’è un contributo sostanzioso dalla Regione Siciliana, prima amministrazione in Italia a procedere con una finanziaria in house, di circa 50 milioni di euro per i mutui a tasso agevolato. Negli ultimi anni si è subìto un incremento inaspettato delle rate: il contributo va a ridurre il gap a carico delle famiglie che hanno un Isee entro i 30 mila euro. Dimostrando la maggior spesa sostenuta, è possibile ottenere fino a tremila euro in due anni. In più, nel caso in cui i mutui della prima casa siano a tasso variabile e cointestati, si può avere un contributo anche fino a seimila euro. Il concetto dietro questa misura è: aiutiamo le fasce più critiche con meno capacità di spesa, specialmente in un momento caratterizzato da un alto tasso di inflazione, per supportare il territorio ed evitare la depressione economica. Le domande si potranno presentare dal 7 al 28 febbraio”.
Quali sono le misure previste a supporto del mondo dell’editoria?
“Per edicole e agenzie di distribuzione stampa c’è un piccolo fondo, di circa 5 milioni di euro. Il Governo regionale e in particolare l’assessorato all’Economia, ha pensato di difendere anche attraverso questo contributo il pluralismo dell’informazione, basilare all’interno di una comunità civile e democratica”.
Una panoramica su altre misure a sostegno dell’economia siciliana…
“Un esempio è Cluster in Sicilia, misura di nicchia e poco conosciuta. Riguarda aziende che si consociano in rete e che hanno contributi particolari. Il contributo ha voluto favorire consorzi di società, nuove e di recente costituzione, per creare dei veri e propri distretti produttivi. Poi c’è anche Fondo Sicilia, che gestisce i fondi regionali che storicamente sono dentro Irfis e può offrire fondi a tasso agevolato per giovani e startup. Questa iniziativa è sempre in piedi e permette di accedere al tasso agevolato fino a 400mila euro con rimborso fino a 12 anni e un tasso allo 0,25. Non dimentichiamo, infine, quello che Irfis ha fatto e fa a sostegno delle imprese siciliane danneggiate dal Covid: ha agito da tramite tra gli Enti e i fondi destinati al sostentamento delle aziende, con fondi per un totale di 65 milioni di euro (e in arrivo ci sono anche 32 milioni per far scorrere la graduatoria)”.