Sono 315 le persone iscritte nel registro degli indagati in Iran in relazione alle proteste di piazza esplose a metà settembre dopo la morte di Mahsa Amini, deceduta a 22 anni dopo essere stata arrestata dalla polizia morale di Teheran con l’accusa di non indossare correttamente il velo islamico. ”Quattro rivoltosi” sono invece stati condannati a morte per il reato di ”muharibeh”, ovvero per aver ”combattuto con l’uso delle armi con l’obiettivo di creare terrore nella società e tra la gente”, si legge sul sito dell’Irna.
Lo riferisce l’agenzia di stampa Irna citando il pm del tribunale della Rivoluzione di Teheran, Ali Salehi. Nella riunione odierna del Consiglio superiore della Magistratura, Salehi ha informato che le accuse mosse nei confronti degli indagati vanno dall’assemblea intenzionata ad agire contro la sicurezza del Paese all’attività propagandistica contro il sistema, oltre che ad azioni mirate a disturbare l’ordine pubblico.