Inchiesta

Le isole della Sicilia tra Covid e solitudine

Ognuna è un microcosmo da cui cogliere la specialità, con sfumature che seguono il ritmo delle stagioni. Ci sono i colori dell’estate, che accompagnano le navi piene di turisti, e quelli dell’inverno, che portano mareggiate e l’isolamento dalla terraferma, che poi è comunque un’altra Isola. Dal mare vengono la forza, ma anche le limitazioni e le isole minori della Sicilia, conosciute in tutto il mondo, adesso sono alle prese con un’altra stagione e altri colori, quelli del Covid, che hanno reso ancora più insopportabili le criticità che da tempo le comunità isolane denunciano e che esigono ormai interventi strutturali.

Gli otto sindaci che amministrano le Eolie, (Lipari, Stromboli, Vulcano, Alicudi, Filicudi, Panarea, Salina) le Egadi, (Favignana, Levanzo, Marettimo) le Pelagie (Lampedusa, Linosa, Lampione), Ustica e Pantelleria, vogliono un altro approccio nei confronti dei loro territori, che da poche migliaia di abitanti in inverno passano a cinquanta/sessantamila presenze in estate, mentre la struttura organizzativa rimane quella dei piccoli Comuni.

Dopo il primo smarrimento, i sindaci hanno retto il contraccolpo dell’emergenza sanitaria prima e di quella economica dopo. Alcune isole il virus non lo hanno proprio conosciuto, in altri casi i focolai esplosi sono stati circoscritti pur con i limiti della sanità locale. Favignana quest’inverno ha anche aumentato la sua popolazione, perché in molti dal Nord l’hanno scelta per sfuggire al virus.

Le ripercussioni economiche della pandemia, invece, non hanno risparmiato nessuna località, anche perché esse vivono essenzialmente di turismo, anche se non si è mai spenta la passione verso le coltivazioni tipiche di prodotti d’eccellenza. A maggio i sindaci avevano scritto alle istituzioni nazionali e regionali chiedendo sostegni. “L’incertezza – hanno sottolineato – sta portando molti operatori turistici a decidere di non aprire le loro strutture e quindi non avviare le manutenzioni e non assumere di conseguenza il personale”. Sono arrivati i ristori a compensare qualche perdita, cui si sono aggiunti i contributi messi a disposizione dai Comuni che hanno attinto dalle risorse messe da parte per eventi e manifestazioni che non si sono potute tenere. Soprattutto, però, è arrivata l’estate e una stagione turistica, certo breve e senza gli stranieri – i quali consentono di tenere le strutture ricettive aperte da aprile a ottobre – ma che nessuno si aspettava.

“Abbiamo avuto un afflusso di turisti – dice Salvatore Militello, sindaco di Ustica, isola del Tirreno che è riuscita a rimanere Covid free – che non si registrava dagli anni Ottanta. Di solito le strutture lavorano sette mesi, quest’anno tutto si è concentrato in poche settimane. A giugno abbiamo fatto una convenzione con la Croce rossa italiana, quando le compagnie di navigazione non erano ancora pronte, per effettuare il controllo della temperatura su tutti i passeggeri in transito. Abbiamo anche ottenuto un presidio Usca e promosso diverse campagne di screening sulla popolazione e lavoratori”.

L’Area marina protetta in cui è immersa l’isola attrae migliaia di appassionati per le immersioni e dall’anno scorso l’isola è anche attrezzata di camera iperbarica.

La stagione è iniziata in ritardo anche a Lipari, ma è andata anche qui oltre le aspettative. “Il numero di persone che sono venute nel 2020 – racconta il sindaco Marco Giorgianni – non si vedeva da dieci anni, ma tutti hanno lavorato solo per tre mesi. Avevo chiesto che nei ristori rientrasse la compensazione sui mancati introiti della tassa di sbarco e avevo anche ricevuto il decreto di circa un milione, che però dovrò restituire perché ho incassato in soli quattro mesi un milione settecento mila euro, rispetto ai due milioni centomila euro che entrano in un anno”.

Anche Lampedusa è stata gettonatissima tra le mete dei vacanzieri, ma qui ci hanno pensato le strumentalizzazioni di parte relative a una presunta emergenza sanitaria causata dai migranti a spezzare il buon andamento dei flussi di luglio e agosto. “Alcuni facinorosi leghisti – afferma senza mezzi termini il sindaco Totò Martello – ci hanno rovinato settembre e ottobre. Hanno raccontato che eravamo in un’emergenza permanente, quando invece nessun migrante è mai venuto a contatto con i cittadini perché c’erano le navi quarantena, si facevano i tamponi e si attuavano le necessarie procedure di isolamento. Per fortuna il passaparola è più forte delle fake news. Se però dobbiamo utilizzare le isole minori come la cartolina del turismo in Sicilia, insieme alle altre grandissime bellezze, si devono risolvere alcuni problemi strutturali”.

I dati tutto sommato positivi di questa estate, dunque, non hanno fatto certo dimenticare le grandi sfide che si devono affrontare nei prossimi mesi. Se non si inizierà a guardare anche oltre l’emergenza, secondo gli amministratori, sarà impossibile fare una seria programmazione e un’adeguata promozione del turismo, un settore dove non si può più improvvisare e legato inevitabilmente alla crescita di altri comparti, come trasporti e sanità. Senza dimenticare la conquista dell’autonomia idrica ed energetica.

Una programmazione turistico-culturale per la prossima estate, su cui stanno lavorando anche le Egadi, con Francesco Forgione, sindaco di Favignana, che vuole comunque guardare con fiducia al futuro.

Pantelleria può diventare “un modello da seguire”

Su energia alternativa e sostenibilità ambientale, le isole minori potrebbero e vorrebbero fare di più, magari con degli interventi istituzionali che favoriscano il percorso indicato dall’Europa.

“Da una parte – spiega il sindaco di Lampedusa, Totò Martello – ci vengono chiesti dei precisi obiettivi da raggiungere sull’energia alternativa, però dall’altro lato il Governo italiano blocca il monopolio che c’è nelle isole. Abbiamo delle società private che detengono un’esclusiva, tanto che se si vuole fare un intervento sulle energie alternative serve l’autorizzazione del soggetto privato che gestisce in regime di monopolio. Questo è il primo tabù che deve cadere: anche le isole minori si devono aprire al mercato dell’energia alternativa e rinnovabile”.

Sull’innovazione e transizione energetica Pantelleria ha cominciato a lavorare, con dei progetti che hanno avuto già alcuni riconoscimenti. “Possiamo diventare un modello per le altre realtà” dice il sindaco Vincenzo Vittorio Campo.

L’isola, infatti, è tra i 12 Comuni italiani che sono stati scelti all’interno del programma Smarter Italy con l’obiettivo di identificare soluzioni da applicare su larga scala, a partire da piccole sperimentazioni sulle quali costruire protocolli e soluzioni di best-practice. È stata anche selezionata tra le 26 isole europee che riceveranno il supporto della Commissione europea alla transizione energetica attraverso il Clean energy for Eu Islands secretariat e si avvarrà del supporto del Politecnico di Torino.

Pantelleria è stata infine inserita anche nella lista delle migliori dieci isole energeticamente sostenibili dell’Unione europea.

Numeri e casistica non bastano più

“Fin quando organizzeranno la sanità secondo i numeri e la casistica, nelle isole minori avremo sempre problemi”. Così si è espresso Marco Giorgianni, sindaco di Lipari, impegnato insieme ad alcuni comitati e agli altri amministratori delle Eolie nella battaglia per il potenziamento dell’ospedale.

“Si fa un passo avanti – sostiene – e il giorno dopo c’è un altro problema. Alcune richieste sono state accolte, per altre aspettiamo ma mancano gli investimenti sulle professionalità. Il servizio con l’elicottero non può essere l’unica risposta utile. Meno male che c’è, ma ha un costo sociale, oltre che economico, enorme. Chiediamo inutilmente da tempo la formazione dei medici di guardia per le emergenze urgenze”.

Per Giacomo Montecristo, sindaco di Leni, a Salina “la telemedicina potrebbe essere un bel progetto se fosse organizzato meglio, formando i medici della continuità assistenziale o i medici di base a relazionarsi con un punto di emergenza per evitare spostamenti inutili, specie per gli anziani”.

A Salina ci sono tre Comuni con distinti riferimenti assistenziali: a Santa Marina c’è il Pte con il 118, a Malfa la Guardia medica, a Leni il medico di base. Inascoltata è rimasta la richiesta del sindaco di Santa Marina, Domenico Arabia, per l’incremento del servizio dei medici del Pte e la presenza di un medico per le vaccinazioni ai bambini.

Gli ospedali nelle isole minori sono a Lipari, Pantelleria e Lampedusa, dove sarà costruito un nuovo nosocomio. La decisione della Giunta regionale è venuta dopo un sopralluogo, cinque mesi fa, dell’assessore alla Salute Ruggero Razza. “Stiamo aspettando il progetto”, dice il sindaco Martello.

Da segnalare, in ogni caso, come in nessuna struttura vi sia un punto nascite. “Fino a un anno fa – racconta il sindaco di Pantelleria, Vincenzo Vittorio Campo – lo avevamo, con una deroga e solo per parti a basso rischio, ma è stato chiuso per mancanza di figure professionali”.

Adesso le future mamme devono trasferirsi sulla terraferma alla 37^ settimana, con tutti i disagi che il bonus della Regione (massimo tremila euro), non può certo compensare. Campo parla anche però di un risultato importante ottenuto con l’avvio del progetto di quasi due milioni di euro pensato per potenziare la presenza degli specialisti.

Presidi insufficienti anche nelle Egadi. “A Marettimo – afferma il sindaco di Favignana, Francesco Forgione – in inverno c’è soltanto un medico di guardia senza infermiere. Abbiamo fatto adesso una convenzione con l’Asp di Trapani per un poliambulatorio a Favignana e rinnovato la convenzione per l’idroambulanza”.

Poi c’è il caso estremo di Linosa dove, come racconta Totò Martello, sindaco di Lampedusa “non ci sono i medici per fare i vaccini ai bambini e da diversi anni nessuno specialista va a fare le visite secondo la turnazione mensile concordata con l’Asp di Palermo. Non si capisce perché”.

Collegamenti penalizzanti e inadeguati, così è impossibile rilanciare l’economia

Corse limitate e molto spesso effettuate da mezzi obsoleti e ai limiti della sicurezza senza certezze nel campo della mobilità attirare investimenti sembra molto difficile

Traghetti con corse limitate, navi obsolete – che non partono per guasti o per avverse condizioni meteo – tariffe penalizzanti e strutture portuali non sempre agibili. Per Pantelleria e Lampedusa ci sono gli aerei, ma i costi sono spesso proibitivi. La continuità territoriale e i collegamenti da e per le isole minori restano il problema più grave da affrontare. Un aspetto “drammatico”, come lo ha definito il sindaco di Lipari Marco Giorgianni.

Dalla mobilità dipende il turismo, ma anche il funzionamento della sanità e della scuola, l’andamento dell’edilizia e persino l’asfalto di una strada, se il bitume deve arrivare dalla terraferma. “Ci sono navi – spiega il sindaco di Pantelleria, Vincenzo Vittorio Campo – che hanno quarant’anni e non danno sicurezza. Una traversata, andata e ritorno, più carico e scarico, accumula 14 ore e se in questo arco di tempo non c’è una ‘finestra’ propizia la nave non parte. In un anno in inverno per il 40% dei viaggi mancano i collegamenti. In estate non ci sono problemi meteo, ma c’è l’usura delle navi che può causare il fermo per guasti. Condiziona anche la mancanza di concorrenza: la Caronte & Tourist ha acquisito una quota dell’ex Siremar insieme alla maggioranza della Traghetti delle isole, quindi è come se ci fosse un monopolista e non due vettori concorrenti”.

Ustica, come Pantelleria, non consente il pendolarismo quindi chi lavora su queste isole deve mettere in conto i costi aggiuntivi di un pernottamento o di una casa in affitto. “La Liberty Lines – afferma il sindaco di Ustica, Salvatore Militello – ha cambiato sistema di agevolazioni. Ho avuto interlocuzione con la compagnia e ho suggerito nei periodi di minore traffico di prevedere un abbonamento famiglia e uno per i dipendenti delle ditte che effettuano lavori sull’isola. Tutto ciò agevolerebbe l’accesso movimentando anche l’economia. Caronte & Tourist, ex Siremar, e Liberty Lines, che hanno il servizio in forza di un bando fatto in malo modo nel 2015, non prevedono agevolazioni e quindi tutto quello che è stato fatto in questi anni è grazie alla vecchia compagnia, che aveva previsto una sorta di card che faceva accedere a tariffe agevolate per residenti”.

A essere penalizzate dalla nuova tendenza commerciale, sarebbero quindi le isole più distanti dalla terraferma. “Non è possibile – sostiene il sindaco di Lampedusa, Totò Martello – avere un aggravio di spese su tutto ciò che arriva a Lampedusa. Anche se le compagnie sono private, le tratte sono sociali, pagate con i contributi dello Stato e della Regione. Non si capisce perché anche la merce debba costare di più per gli isolani”.

Per arrivare in nave da Lampedusa ad Agrigento ci vogliono otto ore, ma fortunatamente ci sono i collegamenti aerei. “È vero – sottolinea Martello – che c’è la tratta Lampedusa-Palermo, come per Pantelleria, insieme a Lampedusa-Catania e Pantelleria-Trapani, ma il costo del biglietto è talmente esagerato che conviene partire da Roma per venire a Lampedusa. Un biglietto andata e ritorno costa 150 euro, senza contare l’integrazione, che anche in questo caso, come per il collegamento navale, sborsa la Regione. In questo modo come si possono attrarre investimenti?”.

Non meno grave è il problema per le Eolie, malgrado qui le distanze con Milazzo e Messina non siano così grandi, specie grazie al servizio aliscafi che riduce notevolmente il tempo rispetto alle quattro ore delle navi. “Si è aperto un tavolo con la Regione – evidenzia il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni – per una nuova gara in cui si parla di ridimensionamento per un servizio che è già inadeguato. Le isole hanno bisogno della mobilità per sopravvivere. Anche l’inadeguatezza delle strutture portuali a volte aggrava le difficoltà causate dalle avverse condizioni meteo marine”.

La certezza della mobilità non è un diritto garantito neppure per Clara Rametta, sindaco di Malfa, uno dei tre Comuni dell’isola di Salina. “C’è un’unica compagnia – afferma – quindi una situazione di monopolio che non aiuta il servizio”.

Di scontro aspro avuto con Liberty lines parla invece Francesco Forgione, sindaco di Favignana. “La decisione di abolire la Liberty card – afferma – e quindi gli sconti, penalizza soprattutto i lavoratori pendolari, i residenti. Nel momento in cui la Regione sta predisponendo il nuovo bando crediamo che le istanze delle isole minori debbano essere considerate, al di la delle logiche mercantili”.