Nonostante un colloquio telefonico in cui il presidente americano Joe Biden aveva detto al premier israeliano Benyamin Netanyahu di attendersi una immediata e “significativa de-escalation verso un cessate il fuoco”, c’è stata un’altra notte di razzi e raid, in Medio Oriente.
Netanyahu, infatti, aveva risposto di “essere determinato ad andare avanti con l’operazione” fino a che “la calma e la sicurezza siano ristorate per i cittadini israeliani”.
La posizione è stata espressa dal premier al termine di una consultazione al ministero della sicurezza. Netanyahu ha ringraziato il presidente “ed amico” Joe Biden per “il suo sostegno al diritto di Israele all’autodifesa”.
E poi sono continuati gli attacchi, nonostante funzionari di Hamas avessero detto alla Cnn che un cessate il fuoco era “imminente”.
Nella notte, come detto, dalla Striscia di Gaza circa ottanta razzi e colpi di mortaio sarebbero stati lanciati verso Israele tra le 19 di ieri sera e le 7 di questa mattina.
Lo sostengono le cosiddette forze di difesa israeliane (Idf), spiegando che dieci razzi sono caduti all’interno dell’enclave palestinese.
L’Idf riferisce che circa il 90% dei razzi diretti verso aree popolate sono stati intercettati dal sistema di difesa missilistica Iron Dome.
Sempre nella notte, riferiscono i militari citati dal Times of Israel, anche l’esercito israeliano ha condotto una serie di attacchi nella Striscia di Gaza, continuando la sua “campagna contro la rete di tunnel di Hamas”.
L’ultimo razzo da Gaza è stato lanciato poco dopo l’una di notte contro la città di Kiryat Malachi e l’area circostante senza riportare feriti.
Diversa la situazione tra i Palestinesi: dall’inizio del conflitto con Israele ci sono state “227 vittime a Gaza: di queste 64 bambini, 38 donne e 17 anziani”.
Lo ha detto il ministero della sanità di Hamas a Gaza, secondo cui i feriti nello stesso lasso di tempo sono 1.620.
La Francia ha presentato all’Onu una risoluzione che punta a un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, in coordinamento con Egitto e Giordania.
L’ambasciatore cinese all’Onu, Zhang Jun, ha detto di aver saputo della proposta e che “la Cina la sostiene senz’altro” gli sforzi per mettere fine alla crisi.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, “ha partecipato a una riunione trilaterale con il presidente egiziano Al Sisi e il re di Giordania” in cui è stato deciso di “lanciare un’iniziativa umanitaria per la popolazione civile di Gaza in collegamento con le Nazioni Unite”.
Usa e Ue sono in pressing per far tacere le armi nel conflitto israelo-palestinese, entrato ormai nella seconda settimana di violenze.
Ma per ora non si intravede una svolta, anche se si continua a lavorare per sciogliere i nodi della possibile tregua.
In campo anche il Vaticano che, per bocca del segretario di Stato Pietro Parolin, si è detto impegnato a “prendere qualsiasi iniziativa per arrivare al cessate il fuoco e alla ripresa del negoziato diretto”.
Giovedì intanto verrà convocata l’assemblea generale dell’Onu, mentre il consiglio di sicurezza è tornato a riunirsi d’urgenza a porte chiuse per la quarta volta, dopo che gli Usa finora hanno bloccato dichiarazioni che secondo Washington potrebbero ostacolare o nuocere alla sua “diplomazia intensa ma discreta”.