Istat, epidemia frena le nascite, minimo storico in 150 anni

La “paura” e l’incertezza dell’emergenza Coronavirus possono condizionare la scelta di fare figli in un Paese dove “i 420 mila nati registrati in Italia nel 2019 già rappresentano un minimo mai raggiunto in oltre 150 anni di Unità Nazionale” e “secondo uno scenario Istat aggiornato sulla base delle tendenze più recenti” potrebbero scendere ulteriormente “a circa 408 mila nel bilancio finale del corrente anno – recependo a dicembre un verosimile calo dei concepimenti nel mese di marzo – per poi ridursi ulteriormente a 393 mila nel 2021”.

“Nelle valutazioni a più breve termine va considerato come l`attuale crisi sanitaria ed economica possa influire negativamente, oltre che sul numero decessi, anche sulla stessa frequenza annua di nati. È, infatti, legittimo ipotizzare che il clima di paura e incertezza e le crescenti difficoltà di natura materiale (legate a occupazione e reddito) generate dai recenti avvenimenti orienteranno negativamente le scelte di fecondità delle coppie italiane”, ha detto Blangiardo.

Questo “dicembre”, a nove mesi di distanza da marzo, “ci sarà una forte differenza rispetto ai 35mila nati dei dicembri scorsi”, ha detto Blangiardo aggiungendo che l’assegno universale per i figli “può contribuire, non è la soluzione che risolve il problema se abbandonato a se stesso, ma insieme ad altri interventi può dare una mano”.